L’Italia accarezza l’impresa, la culla, riesce addirittura a reagire nel momento più difficile. Ma alla fine deve arrendersi all’Inghilterra nel tempio del rugby di Twickenham, nella terza giornata del Sei Nazioni 2017. L’Inghilterra ha un bel daffare per aver ragione degli azzurri: alla fine, il 36-15 conclusivo è frutto degli ultimi quindici minuti dei padroni di casa, aggressivi e spietati.
Gli azzurri erano stati straordinari a chiudere il primo tempo in vantaggio per 5-10, grazie a una rocambolesca meta di Giambattista Venditti. Una meta di cuore, più che di gambe, nata da un errore al calcio di Tommaso Allan. Ma l’Italia ha giocato meglio dell’Inghilterra per tutta la prima frazione e il risultato premia i suoi sforzi.
Il rientro in campo stordisce: i padroni di casa mettono a terra due mete in meno di tre minuti e sembrano dover prendere il largo. Ma uno stratosferico Michele Campagnaro, in una forma mai vista prima d’ora, riesce a segnare una meta di classe e di potenza, mettendo a referto altri cinque punti per gli azzurri. Poi, c’è spazio solo per il ritorno inglese, con le mete di Nowell e di Te’o che mettono il punto esclamativo sul match. Tutti contenti alla fine: l’Inghilterra continua la sua striscia di successi consecutivi e si prende anche il bonus realizzato. Ma l’Italia fa una gran bella figura.
PAGELLE ITALIA:
15 Edoardo PADOVANI 6,5: Riscatta le ultime, opache prestazioni contro Galles e Irlanda. L’estremo azzurro riesce finalmente a gestire bene l’impostazione da dietro, prendendo a volte anche lodevoli iniziative che fanno recuperare terreno ai compagni. Nel primo tempo sembra un altro giocatore. La sua pecca? Quella di non aver trasformato la meta di Campagnaro che sarebbe valsa il pareggio!
14 Giulio BISEGNI 6,5: Una prestazione maiuscola fino a quando ne ha avuto. Grinta e muscoli, a disposizione delle fasi offensive di O’Shea. Va in caccia, ricicla, fa respirare la squadra. Peccato che la sua resistenza si spenga dopo soli 60 minuti (dal 61′ Ceccarelli)
13 Michele CAMPAGNARO 7: Davvero non si spiega come O’Shea abbia potuto fare a meno di lui nei primi due match di questo Sei Nazioni. E’ il giocatore più in forma degli azzurri e lo dimostra continuamente, con i suoi placcaggi, con i suoi scatti rapidi e con la quantità impressionante di palloni giocati. La meta che segna nella ripresa è il coronamento di una partita ai limiti della perfezione: non a caso arriva in una fase del match in cui, nelle altre partite fin qui giocate, l’Italia si spegneva. Cos’altro serve per certificare il suo straordinario momento?
12 Luke MCLEAN 6: Ha lottato davvero con i denti in questa partita. Niente calci sbilenchi, niente iniziative spericolate. Ha interpretato gli schemi studiati da O’Shea come meglio non avrebbe potuto. E’ stato il più presente quando c’era da difendere e contrattaccare.
11 Giovanbattista VENDITTI 7: L’emblema della partita è la sua meta segnata sul finale del primo tempo. Ci ha sempre creduto, come quando è riuscito a riciclare un calcio sbagliato da Allan e lo ha trasformato in oro! In diverse circostanze ha messo ordine e disciplina.
10 Tommaso ALLAN 5,5: I mediani sono stati la nota stonata di questa Italia. Ha il merito di sbloccare il punteggio azzurro con un drop a metà primo tempo. Ma ha sbagliato tre calci che avrebbero potuto dare un maggior respiro al tabellino azzurro. Chiudiamo un occhio sul terzo: in fondo, se non avesse centrato il palo, Venditti non avrebbe segnato la meta! (dal 67′ Carlo Canna)
9 Edoardo GORI 5: Non bene la sua partita. Avverte la pressione di giocare titolare a Twickenham e si vede dai suoi passaggi sanguinosi che mettono più volte in difficoltà gli azzurri. Scherza molto con il fuorigioco avversario, ma la sensazione è che avrebbe potuto osare ancor di più (dal 36′ Giorgio Bronzini 6: Che impatto sul match! Decisamente meglio del compagno di squadra, contribuisce a dare sostanza ai venti minuti del secondo tempo in cui l’Italia ha creduto all’impresa)
8 Sergio PARISSE 6 – capitano: Ordinaria amministrazione per lui: quando l’Italia gira, si nota di meno perché non ha bisogno di caricarsi i compagni sulle spalle. Gioca con semplicità disarmante di fronte a 80mila spettatori. La serenità del guerriero nel suo sguardo. Oggi, la sua Italia ha alzato la testa.
7 Simone FAVARO 5,5: Ecco, quello che poteva essere un po’ più incisivo è lui. Sarà ancora l’infortunio da smaltire, ma non è in formato Sud Africa: con quel Favaro, l’Italia avrebbe guadagnato cinque metri a ogni azione. Oggi un po’ timido
6 Abraham STEYN 6: Partita di sostanza e di ordine. Cerca di fare a spallate come può contro avversari che sono decisamente più forti fisicamente.
5 Andries VAN SCHALKWYK 6: La magia di Twickenham conquista anche lui. Nella sua prestazione compaiono per la prima volta in questo Sei Nazioni i bagliori di quella promessa mostrata a dito da tutti.
4 Marco FUSER 6,5: Che partita di Fuser! Lotta nei propri 22 come un leone, con una grinta e una rabbia che avremmo voluto vedere volentieri in altre occasioni.
3 Lorenzo CITTADINI 5: Anche lui sottotono. A un certo punto non riusciva a rientrare nemmeno nella linea di difesa azzurra, debilitato dallo stantuffo inglese fatto di difesa e contrattacco rapido (dal 60′ Ceccarelli)
2 Orgel GEGA 7: Un vero e proprio monumento. Nella mischia c’è sempre lui a mettere il piede, mentre le costole dei giocatori inglesi si ricorderanno di lui per molti giorni in questa settimana. Fa la sua miglior partita in azzurro. E pensare che non doveva nemmeno partire titolare!
1 Andrea LOVOTTI 6: Anche lui fa bene il suo compito, anche se non è il miglior match di questo suo Sei Nazioni.