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Rugby italiano in lutto: scomparso Massimo Cuttitta. L’ex azzurro guidò l’Italia che nel 2000 fece il suo esordio al Sei Nazioni, esaltato dalla storica vittoria contro la Scozia per 34-20 in un Flaminio gremito di spettatori. Era la Nazionale allenata da Brad Johnstone, con Diego Dominguez e Alessandro Troncon in mediana, Carlo Checchinato e Massimo Giovanelli, in prima linea Tino Paoletti, Alessandro Moscardi e Massimo Cuttitta. Quest’ultimo, assieme al gemello Marcello, ha scritto la storia del rugby italiano ma sfortunatamente il Covid-19 se l’è portato via.
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Come reso noto dalla Federazione italiana rugby, Massimo Cuttitta è venuto a mancare nella giornata di domenica 11 aprile ad Albano Laziale “per complicazioni insorte a seguito della positività al Covid-19“. Azzurro n. 423, Massimo ‘Maus’ Cuttitta aveva debuttato con l’Italia a Napoli nel 1990 contro la Polonia, indossando poi la maglia azzurra in altre sessantotto occasioni fino al 2000, anno del suo ritiro internazionale dopo lo storico debutto nel Sei Nazioni e dopo aver vestito i panni di capitano in ventidue occasioni.
Nato a Latina, ma cresciuto rugbisticamente in Sudafrica come il gemello Marcello, Massimo ha giocato in carriera con le maglie de L’Aquila, dell’Amatori Calvisano e del Milan e quella degli Harlequins londinesi, prendendo parte a due edizioni della Coppa del Mondo e vestendo più volte il bianconero dei Barbarians.
Conclusa l’esperienza in Inghilterra, Cuttitta ha ricoperto il ruolo di giocatore-allenatore in diversi club italiani (Bologna, Rugby Roma, Alghero e Leonessa), per poi approdare come tecnico degli avanti ad Edimburgo e in seguito alla federazione scozzese. Di recente, Massimo si era invece messo a disposizione di Nazionali emergenti (Romania, Canada e Portogallo) come consulente per gli staff tecnici.
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