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Quell’infortunio al ginocchio accusato nel test match con l’Irlanda lo scorso agosto aveva fatto temere il peggio. Oggi Marco Riccioni è regolarmente tra i protagonisti azzurri ai Mondiali di rugby e in conferenza stampa ha voluto caricare l’ambiente in vista del primo dei due confronti più attesi, quello contro gli All Blacks, in una sfida che vale già la qualificazione ai quarti. L’Italia il 29 settembre sarà di scena contro la squadra di Foster, mentre il 6 ottobre sfiderà i padroni di casa della Francia. La fiducia intanto è alta: “Siamo a un Mondiale, ci sono tante cose in ballo. Entrambi ci giochiamo la qualificazione, ma loro hanno la pressione di dover vincere a tutti i costi per non essere eliminati. Saranno più sotto pressione, ma noi dovremo metterci tutto: dobbiamo essere attenti, accesi e pronti ad una grande battaglia fisica”. Sull’assenza di De Groot: “La preparazione non cambia molto. Sicuramente approcci la partita in modo diverso perché magari un De Groot lavora diversamente in mischia rispetto a un Tu’ungafasi – spiega Riccioni -. Alla fine non sappiamo effettivamente chi giocherà, si può immaginare e prepararsi per quello, ma non possiamo certo conoscere le loro scelte in anticipo. Per questo, l’obiettivo principale deve rimanere sempre su noi stessi, focalizzandoci sul nostro lavoro, su quanto siamo cresciuti in queste ultime partite e portarlo avanti”. Riccioni però assicura che l’Italia non andrà in campo “per arginarli e limitare i danni, ma per affrontarli a viso aperto e giocarcela”.
L’azzurro si sofferma sulle sue condizioni: “Mi sento molto bene. Ho pienamente recuperato dall’infortunio e le due partite con Namibia e Uruguay sono servite tanto per ritrovare la giusta condizione. L’ostacolo più grosso è stato proprio il match con la Namibia, perché dovevo ritrovare il campo a livello internazionale, poi però è andato tutto bene”. Sull’esperienza ai Saracens: “Giocare a quel livello mi ha aiutato tanto, anche a livello di mentalità: si impara a vincere e a saper vincere, a controllare i momenti di difficoltà – spiega il pilone azzurro -. Poi comunque gioco con ragazzi che vengono da tutte le nazionali più forti, dal gallese Tompkins a tutti quelli dell’Inghilterra come Farrell. Tutto questo bagaglio poi si cerca di portarlo anche quando si va in Nazionale. Ma non è solo una questione mia, credo che tutta la squadra sia migliorata sotto questo aspetto. All’intervallo contro l’Uruguay ero tranquillo. Sapevo che ne avevamo di più e dovevamo tirarlo fuori. Ci siamo detti ‘adesso andiamo fuori e vinciamo la partita’, e lo abbiamo fatto”.
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