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Dopo aver travolto Samoa, che precedeva gli azzurri nel ranking internazionale, e battuto i ‘maestri’ australiani, l’Italrugby sogna il filotto a spese dei campioni del mondo del Sudafrica. Per capitan Lamaro e compagni sarebbe realizzare un capolavoro, ma forse è chiedere troppo, perché gli Springboks scenderanno in campo domani a Genova reduci da due sconfitte di misura nei precedenti test match autunnali, 19-16 con l’Irlanda e 30-26 con la Francia.
Gli azzurri non si sentono appagati e contro i sudafricani daranno ancora una volta tutto. “Il rischio appagamento dopo Samoa e Australia? – dice Lamaro alla vigilia – Non dico che in linea teorica non possa esserci ma, francamente, il lavoro fatto in settimana non me lo lascia intravvedere per nulla. Abbiamo analizzato il match con l’Australia per limare anche quei dettagli che contro il Sudafrica, team con qualità individuali e collettive incredibili, potrebbero essere decisivi, e comunque un match così fisico non lascia spazio a rilassatezze di alcun tipo: ciò è molto chiaro in tutti noi”. “Andiamo a giocarci la partita con tutta l’attenzione che richiede – aggiunge il capitano azzurro -, ma anche con la consapevolezza dei nostri mezzi. Nell’ultimo anno abbiamo lavorato tanto sulla cura del dettaglio, consapevoli che ogni piccolo progresso avrebbe portato ad una maggiore efficacia in campo. Contro il Sudafrica sarà battaglia, vengono da due sconfitte consecutive e certamente cercheranno fin da subito di esasperare l’approccio fisico: noi siamo pronti, anche a giocarcela sul piano fisico, ma con il giusto grado di serenità per restare focalizzati sul nostro piano di gioco”. Il capitano azzurro sa che la sfida è importante ma non vuole mettere troppe pressioni sul gruppo “Non esiste una partita che possa determinare completamente il giudizio o la misura di un percorso come il nostro – replica Lamaro -: ogni match rappresenta un passaggio ben preciso della crescita cui stiamo lavorando, ma certamente contro i campioni del Mondo le risposte avranno il loro peso, specie se proiettati verso il nostro prossimo Sei Nazioni”. “Intanto i test di queste Autumn Nations Series ci stanno mettendo nella condizione di giocare il nostro rugby senza troppi retro-pensieri. Stiamo costruendo la nostra identità , un sistema di gioco che consenta di metterci tutti nella condizione di esprimere al massimo il proprio potenziale, e questo per un giocatore e per una squadra sono la condizione ideale”. Chiusura dedicata al pubblico di Genova, e i 25mila spettatori annunciato per domani a Marassi: “Giocare in casa è per noi sempre speciale. A Firenze abbiamo sentito la spinta della gente dal primo all’ultimo minuto, e sono certo che domani anche qui a Genova sarà lo stesso”
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