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Tutto quello che serve. Con una vittoria che dà morale. Italia-Fiji 19-10 dice due cose. La prima: gli azzurri sono in grado di portare a casa match duri e fisici; la seconda: occorre un po’ di impegno in più per concretizzare in punti quello che da dietro si costruisce. Ma le Fiji ci danno una mano con la solita indisciplina e con le troppe incertezze in mischia e – soprattutto – in touche. Il XV di Conor O’Shea, però, ci mette del suo con la grande condizione fisica.
Un peso specifico niente male da parte degli azzurri nei primi trenta minuti di gioco: l’Italia è in grado di costruire tantissimo (e di raccogliere meno di quanto ci si potesse aspettare) nella metà campo avversaria. La meta di Simone Ferrari arriva a coronamento di un grande possesso azzurro e di una presenza tambureggiante negli ultimi 5 metri.
Preziosi Leonardo Sarto, Mattia Bellini e Jayden Hayward, in grado sempre di superare l’avversario diretto. Sul neozelandese, al debutto con la maglia della nazionale, però, pesa un gravissimo errore al 33′: sbaglia un rilancio facile e consegna l’ovale a Tuisova che, tuttavia, grazie anche a un intervento difensivo al limite di Tommaso Castello, non concretizza. Ma l’errore resta dietro l’angolo e, quando arriva, è fatale: Francesco Minto buca un placcaggio e permette a Nakarawa di schiacciare in meta. Anche capitan Sergio Parisse rimane sorpreso dall’incertezza del compagno di squadra e – a differenza di altri momenti del match – non riesce a metterci una pezza.
Nel secondo tempo, sono i calci di punizione a decidere la partita: due del precisissimo Carlo Canna, uno di Ian McKinley, al debutto in nazionale. Una rinascita per l’apertura di Benetton: promessa a inizio carriera, stroncata dalla perdita di un occhio. Occhiali speciali e tanto lavoro hanno certificato il suo ritorno ad altissimi livelli. I suoi tre punti – quelli che marcano la distanza dal break avversario – sono il giusto coronamento della sua straordinaria parabola.
ITALIA-FIJI 19-10
MARCATURE: 4′ Canna (p), 20′ Volavola (p), 27′ Ferrari (m) + Canna (r), 38′ Nakarawa (m) + Volavola (r), 53′ Canna (p), 57′ Canna (p), 78′ McKinley (p)
15 Jayden Hayward 6,5: Grandissima qualità, anche quando mette una pezza agli errori dei compagni. Al 33′ lancia un pallone semplice in maniera sciagurata sulle braccia di Tuisova che rischiava di mandarlo agevolmente in meta. Ma è l’unica sbavatura di una partita ottima.
14 Leonardo Sarto 6,5: Solca la parte destra del campo, capace di superare spesso l’avversario in uno contro uno. Tra i più positivi degli azzurri.
13 Tommaso Boni 6,5: Vivace, ottimo anche al placcaggio. Solidità nella linea difensiva: è sempre lui a prendere l’avversario e a riconquistare i palloni fondamentali.
12 Tommaso Castello 6: Trascorre buona parte del primo tempo fuori dal campo a causa di un colpo al volto. Non sempre preciso nello scambio con Boni, ma salva tutto al 33′ mettendo una pezza allo sciagurato errore di Hayward.
11 Mattia Bellini 6: Qualche brivido nel passaggio decisivo (a volte troppo spericolato), ma è davvero in un buon momento di condizione. Alla fine del match cala un po’ e rischia di perdere un pallone sanguinoso: deve ringraziare l’indisciplina degli avversari che impedisce loro di approfittarne.
10 Carlo Canna 7: Realizza quattro calci su quattro. Come nelle Zebre, conferma il suo ottimo momento alle percentuali di realizzazione. Prova a fare il furbo quando mette a segno una meta in netto fuorigioco, si riscatta con i suoi placcaggi da dietro – a volte fondamentali. (dal 61′ McKinley 7: debutto importante per l’atleta che è rinato dal grave infortunio all’occhio e che è intenzionato a giocarsi la sua seconda chance. Tre smistamenti al suo ingresso in campo che danno la sveglia agli azzurri)
9 Marcello Violi 6,5: Deve macinare una gran mole di gioco specialmente nella prima parte della partita. Piuttosto rapido a uscire dalle mischie, bene nel raccordo difensivo. (dal 68′ Gori s.v.)
8 Sergio Parisse (c) 6: Detta i tempi e capisce sempre quando dare respiro alla manovra. Rimane sorpreso anche lui sulla prima meta figiana. Ma un placcaggio mancato può essere decisivo a questi livelli. Nel secondo tempo fa il reset e inserisce il pilota automatico: come al solito, si carica sulle spalle i compagni di squadra più inesperti.
7 Abraham Steyn 6: Trenate al centro del campo sin da subito. Perde qualche pallone di troppo in avanti, ma è bravo ad approfittare dell’indisciplina degli avversari. Un po’ falloso negli ultimi minuti di gara, quando la fatica si fa sentire.
6 Francesco Minto 5: Buca clamorosamente il placcaggio al centro su Nakarawa e gli permette di involarsi in meta. Errore grave in una fase cruciale della partita. (dal 58′ Licata 6: debutto a 20 anni nella sua regione. Si regala venti minuti di sacrificio e di cuore)
5 Dean Budd 7,5: Contribuisce a velocizzare i tempi di gioco con passaggi rapidissimi. Quasi perfetto in touche, fondamentale nel guidare la maul: l’Italia sembra aver trovato un’arma in più in quella posizione di campo. Senz’altro il migliore degli azzurri.
4 Marco Fuser 6: Ricicla tanti palloni e contribuisce a mantenere compatte le linee centrali, anche se con qualche difficoltà nel secondo tempo. (68′ Lazzaroni s.v.)
3 Simone Ferrari 6,5: Lavoro di carrozzeria pesante negli ultimi 5 metri figiani. E’ lui a marcare la prima meta del match con uno spalla contro spalla a testa bassa. Esce un po’ troppo presto a causa di un infortunio. (dal 46′ Chistolini 6 Nessuna sbavatura, secondo tempo coriaceo)
2 Luca Bigi 6: Prezioso in fase difensivo, affidabile in mischia. (dal 45′ Ghiraldini 6 Regala esperienza a una squadra che, nel secondo tempo, è giovanissima)
1 Andrea Lovotti 6: Anche lui positivo al placcaggio, anche lui – però – deve subire una serie di colpi al volto che lo escludono dal match per una lunga fase del primo tempo. Quando rientra, però, riesce a dare sostanza alla prestazione. (dal 50′ Zani 6 Non molla di un centimetro: bene come tutti i subentrati in prima linea)