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Mentre in Italia, dopo Juventus-Inter di Coppa Italia, è tornato di grande attualità il tema del razzismo negli stadi di calcio, l’Inghilterra scopre di avere lo stesso problema negli impianti del rugby, sport di antichi valori ma non esente da certi problemi. “Il razzismo è stato sperimentato da giocatori in ogni livello del rugby d’élite in Inghilterra”, afferma una ricerca pubblicata dalla federazione inglese. L’indagine, definita “indipendente”, era stata avviata dopo che l’ex centro inglese Luther Burrell era stato schernito tramite insulti razzisti durante il periodo da lui trascorso ai Newcastle Falcons. Burrell, di origine giamaicana, ha detto di aver sentito commenti che parlavano di schiavitù, banane e pollo fritto, aggiungendo che le “battute razziste erano diventate normali anche tra i compagni di squadra“.
L’amministratore delegato della RFU, Bill Sweeney, ha affermato che le rivelazioni di Burrell hanno spinto Twickenham ad accelerare l’attuazione di una strategia per promuovere l’inclusività . “Luther è stato molto coraggioso a farsi avanti e condividere le sue esperienze di razzismo e classismo nel gioco e ha il continuo sostegno del sindacato – ha dichiarato Sweeney –. Dobbiamo essere chiari e urlare con forza che il razzismo, il classismo o qualsiasi forma di discriminazione non hanno posto nel rugby”.
La ricerca commissionata dalla RFU, dalla Premiership Rugby e dal sindacato dei giocatori ha scoperto che il razzismo rimane diffuso. “In ogni area del rugby d’élite – uomini e donne, squadre nazionali, club e accademie – i giocatori hanno sperimentato una qualche forma di razzismo”, afferma lo studio, notando che “il classismo continua a offuscare l’immagine del rugby e alimenta una percezione elitaria”.
“Non c’è posto per il razzismo nella nostra società o nel gioco del rugby – ha commentato l’amministratore delegato della Premiership Rugby, Simon Massie-Taylor -. Comprendiamo i problemi che ci circondano e ci siamo impegnati a educare il nostro gioco e ad attuare il cambiamento attraverso il piano d’azione che è stato annunciato. Come parte del piano d’azione, possiamo confermare che la formazione obbligatoria coinvolgerà tutti i giocatori, gli allenatori e lo staff di Premiership Rugby, a partire prima della fine della stagione”.
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