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“Ravvedetevi, altrimenti l’inferno vi aspetta” recita così uno dei post di Israel Folau, che ha lanciato questo messaggio verso gli omosessuali e altre categorie da lui considerate peccatrici. Questa presa di posizione aveva portato il rugbista ad essere allontanato dalla nazionale australiana e a dover rescindere il contratto da 2,5 milioni con la federazione rugby a pochi mesi dai Mondiali del 2019.
L’estremo/tre quarti del mondo del rugby si è da sempre dichiarato un convinto cristiano evangelico ed è stato vittima di una potente bufera mediatica dopo l’annuncio della sua partecipazione al World XV, equivalente rugbistico a quello che un tempo fu il Resto del Mondo del calcio, dove giocherà questa domenica. La competizione, tra l’altro, si impegnerà ad esporre un vessillo a sostegno della comunità LGBT prima del match. La convocazione di Folau stona particolarmente, ma il selezionatore, l’ex ct degli All Blacks Steve Hansen, si è giustificato con queste parole: “L’ho chiamato perché è un grande giocatore. Sapevo che la sua convocazione avrebbe provocato delle polemiche e ferito alcune persone, ma a me interessa il giocatore e non le sue idee, che peraltro non condivido. In ogni caso Folau è stato sanzionato e ora può giocare perché è un elemento di levatura mondiale e il mio compito è di selezionare i migliori”.
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