“Abbiamo a che fare con un nemico formidabile, la zanzara Aedes, e contro un virus che è pieno di trucchi e non sappiamo bene cosa farà”. Con queste parole il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Chan, ha concluso la sua visita nelle zone più colpite del Brasile dall’epidemia di Zika e da un forte aumento di casi di microcefalia infantile. Il capo dell’Oms ha fatto visita alla città di Recife insieme al ministro della salute brasiliano Marcelo Castro, mentre ieri è stata ricevuta dal presidente del Brasile Dilma Rousseff con la quale ha discusso un programma per debellare il virus Zika: “Ci siamo riusciti negli anni ’50 e ’60 quindi mi chiedo se questo paese ha la forza e la determinazione necessarie per farlo di nuovo. Non sarà facile ma deve essere fatto”, ha sottolineato la Chan mentre con il presidente verdeoro ha discusso un programma di lotta alla zanzara in grado di trasmettere altri virus oltre il più famoso Zika. “Questo è il momento della solidarietà”, ha ribadito il numero uno dell’Oms nella speranza che il governo brasiliano sappia rispondere alla sfida per garantire un sicuro svolgimento dell’Olimpiade di Rio de Janeiro in programma ad agosto.
Ma intanto salgono a 583 i casi confermati di microcefalia fetale in Brasile mentre aumenta a 5640 il numero dei casi sospetti. Di questo totale 4107 sono stati sottoposti ad indagine, mentre 950 sono stati scartati Lo rende noto l’ultimo bilancio divulgato dal ministero della sanità locale, sottolineando come purtroppo siano 30 le morti accertate al momento sia per microcefalia che per alterazioni del sistema nervoso centrale. Nel frattempo è stato messo a punto in Texas il primo test veloce per individuare il contagio con il virus Zika, ma non sarà messo a disposizione se non nei due ospedali americano che l’hanno realizzato ovvero il Texas Children’s Hospital e lo Houston Methodist Hospital. L’esame permette di scoprire l’infezione nel sangue, nel liquido amniotico, nelle urine e nel midollo spinale in poche ore a differenza dei tradizionali test per le analisi utilizzati finora: “E’ un progresso importante, proprio ora che le autorità sanitarie raccomandano a tutte le donne incinte che hanno viaggiato in zone infette dal virus di sottoporsi ad analisi”, ha commentato James Musser, co-autore della ricerca sul test. “Dobbiamo essere preparati con l’arrivo dell’estate e l’aumento dell’esposizione alle zanzare, nonché all’incremento dei casi legati ai viaggi”, ha osservato il direttore dell’altro team di scienziati che ha messo a punto il test, il capo-patologo del Texas Medical Center, James Versalovic.