Markus Rehm ha perso la sua gamba destra a 14 anni, mentre faceva wakeboard. Dopo l’incidente si è scoperto atleta di salto in lungo. Ora il suo record personale è di 8,40 – più dell’oro olimpico di Londra 2012 che ha saltato 8,31 metri – e chiede di poter partecipare ai Giochi Olimpici di Rio 2016. “E’ la prova che un atleta paralimpico può saltare più dell’oro olimpico e quindi che il nostro non è un hobby, ma uno sport di alto livello. Pure un messaggio al pubblico: guardateci perchè possiamo fare dei record come tutti. Io voglio essere parte di questa nuova atletica” dichiara a La Stampa.
Il primo salto. Cosa ricorda?
“Sentivo il rumore del vento sulla faccia, non sapevo nemmeno di avere nostalgia di quella sensazione e quando l’ho riprovata ero sconvolto”.
Mira a una rivoluzione culturale?
“Abbiamo aggiornato il vocabolario: da disabile a diversamente abile, ma il concetto è lo stesso. Io vengo catalogato come uomo limitato. Poteva essere vero fino a 5/6 anni fa, ma ora no e sarà un progresso continuo. In Germania gli adolescenti usano ancora la parola handicappato come insulto. La mentalità si cambia con i fatti. Io sono quello di prima e posso essere ancora meglio”.
Per questo vuole i Giochi?
“Non cerco medaglie, mettetemi fuori classifica ma voglio sfidare i migliori. Solo così si capirà che non siamo inferiori, che è questione di quanto bravo sei, non di cosa ti manca”.
Pistorius ci ha provato.
“Ci ha dato una grande pubblicità, a prescindere dai suoi problemi privati. Ma lui ha fatto causa per avere un posto tra i normodotati ed è una via che non posso seguire. Se usassi un processo per mettere in questione il cambio di regola, che obbliga l’atleta a provare di non avere vantaggi, forse vincerei. Ma le scorciatoie non cambiano il mondo. Deve succedere con rispetto ed intesa”.
E se si scopre che la protesi dà una spinta extra?
“Perché tra i miei colleghi disabili solo io arrivo a certe misure? E ancora non è il punto. I dopati che hanno volutamente barato possono tornare dopo la squalifica senza dimostrare nulla e io devo pagare per avere il diritto di giocarmela alla pari? E’ ingiusto”.
Hanno valutato l’ipotesi di farla gareggiare fuori classifica?
“La Iaaf dice di essere molto occupata. Lo vedo, con tutti questi scandali…Pensare che sono il classico esempio sano di cui avrebbero tanto bisogno ora”.