Rio 2016

Rio 2016, tuffi: Tania Cagnotto corona il sogno olimpico, doppietta cinese

Tania Cagnotto - Rio 2016 - Foto Mezzelani/Gmt

Si conclude con il miglior lieto fine possibile la favola olimpica di Tania Cagnotto, che nella sua gara regina dal trampolino da 3 m riesce nell’impresa di vincere quel bronzo troppo a lungo atteso, rincorso e sperato nella sua invidiabile carriera, impossibile da chiudere con un epilogo diverso.

Un tassello, stavolta il più prezioso di tutti, il riconoscimento individuale che mancava nel ricco palmares dell’atleta bolzanina, la più grande tuffatrice italiana di tutti i tempi. Un finale da brividi che si riassume nell’abbraccio commosso a papà Giorgio, prima sostenitore che allenatore, e che ripaga l’azzurra di tutti i sacrifici, le rinunce, dei tanti bocconi amari e medaglie di legno al fotofinish: se la storia è scritta dai vincitori, stavolta è Tania ad imprimere a caratteri cubitali la sua firma, beffando proprio la Abel, che più volte le aveva precluso il podio olimpico tanto ambito.

Se nell’Olimpo dei grandi le prime posizioni sono occupate dalle insuperabili cinesi con Shi Tingmao ed He Zi, rispettivamente medaglia d’oro e d’argento, il bronzo di Tania Cagnotto sembra idealmente valere molto, molto di più. Una performance impeccabile quella dell’azzurra, alla sua seconda medaglia in questa rassegna olimpica dopo l’argento ottenuto nel sincro insieme a Francesca Dallapé, che si approccia subito alla gara con il piglio e la determinazione della vera campionessa. Alla seconda rotazione, dopo aver eseguito un carpiato da 76.50 ed un doppio e mezzo con avvitamento che le frutta ben 75 punti, Tania detta legge costringendo le avversarie per la lotta al bronzo, l’australiana Maddison Keeney e la canadese Jennifer Abel, ad un difficile inseguimento. La sfida al bronzo non è mai stata tanto avvincente: tuffo dopo tuffo, pressione ed adrenalina salgono a ritmi incontrollati, ma Tania Cagnotto resta concentrata sulla sua gara: sa che non sono ammessi errori di sorta e che stavolta serve andare oltre i propri limiti. Nel momento decisivo, la bolzanina, punta nell’orgoglio, sfodera la propria prestazione migliore: estrae dal cilindro un ritornato carpiato da 69 punti, la vera prova del nove della sua gara, lo stesso tuffo che più volte l’aveva penalizzata nel presalto e che ora diventa componente essenziale del suo successo.

La ciliegina sulla torta, il cavallo di battaglia di Tania, la campionessa lo riserva nel finale: il suo doppio e mezzo rovesciato dà spettacolo e le regala 81 punti, in un mix di perfezione, leggiadria e pulizia che ricorda le performance cinesi. L’azzurra saluta l’Olimpiade di Rio a quota 372.80, guadando dai piedi del podio Jennifer Abel, chiamata all’ultimo tuffo ad un’impresa impossibile: per lei solo 69 punti ed un sorriso amaro. Decisamente opaca invece la prestazione di Pamela Ware, che conferma un precario stato di forma già evidenziato nel corso della deludente gara del sincro, e si taglia fuori dalla lotta per il bronzo, insieme alla tuffatrice australiana che compromette un discreto avvio di gara con un doppio e mezzo da soli 60 punti. Ai vertici della classifica mette subito le cose in chiaro la cinese Shi Tingmao, quanto mai determinata a superare la connazionale He Zi e blindare l’oro: se nei primi due tuffi la coppia si spalleggia in maniera speculare viaggiando alla velocità della luce sugli 81 punti, dalla terza rotazione iniziano a cambiare le gerarchie. Shi Tingmao lotta contro se stessa e si regala l’oro dopo una gara a dir poco spettacolare eseguita a ritmi davvero elevati: giunge la doppietta cinese, ma questa magica serata di Rio passerà alla storia non per l’ennesima prova di forza messa a segno dalle atlete asiatiche, ma per l’impresa olimpica senza precedenti coronata da Tania.

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