Una medaglia per entrare nella storia. Sotto l’insolito cielo plumbeo di Rio de Janeiro, Tania Cagnotto e Francesca Dallapé illuminano la serata che le vede protagoniste indiscusse dal trampolino da 3 m nella gara di sincro: una medaglia d’argento che vale quasi come un oro per la coppia azzurra, che chiude alle spalle dell’imbattibile duo cinese.
In una giornata deludente per il mondo del nuoto, le soddisfazioni più grandi giungono dunque dal mondo dei tuffi: le due atlete azzurre si riscattano dall’amaro quarto posto rimediato nell’Olimpiade del 2012 e scrivono insieme un’altra storica pagina di questa disciplina. Più mature, più determinate, consapevoli delle loro capacità, della propria forza e del feeling che da sempre le lega: le due tuffatrici hanno oramai pagato a caro prezzo ed imparato tanto dall’esperienza di Londra, una ferita che è servita loro come trampolino di lancio per costruire, passo dopo passo, a suon di medaglie d’oro nelle rassegne europee e mondiali, il successo coronato oggi. Una gara condotta sapientemente da Tania e Francesca sin dalle prime due rotazioni: la concentrazione, la pulizia dell’ingresso in acqua, secondo solo all’ineguagliabile eleganza cinese, la sincronia perfetta mostrata dalle due ragazze nell’ordinario indietro carpiato e nel rovesciato, permettono alla coppia azzurra di raggiungere quota 102 con oltre 10 punti di vantaggio sulle avversarie australiane e canadesi. La gara a dir poco perfetta di Francesca e Tania prosegue dopo i tuffi obbligatori, con un doppio e mezzo avanti carpiato con avvitamento che frutta loro ben 71.10 punti: un’ottima sincronia in una performance viziata unicamente da una piccola imperfezione dell’ingresso in acqua. Le italiane riescono a rosicchiare un buon margine di vantaggio sulle australiane Maddison Keeney-Anabelle Smith e sulle canadesi Jennifer Abel-Pamela Ware, quest’oggi protagoniste di una parabola discendente che costa loro la medaglia di bronzo. Troppe le imperfezioni del duo canadese, in particolar modo da imputare a Jennifer Abel, che pecca nel tuffo della quarta rotazione (solo 68.82 i punti rimediati dalle due atlete che chiudono in 298.32). Come in un singolare scherzo della sorte, la storia si ripete, stavolta con qualche differenza: le stesse canadesi che quattro anni fa avevano sottratto alle azzurre il bronzo per soli 2,70 punti, soccombono oggi sotto il peso del fato (299.19 il punteggio realizzato dalla coppia australiana che cinge al collo la medaglia di bronzo). A dominare la gara dal trampolino, come da copione, le cinesi Shi Tingmao e Wu Minxia, ancora senza rivali: per loro si tratta del quarto titolo olimpico consecutivo nel sincro. Un abisso le separa dal resto delle atlete: il duo cinese chiude la pratica in 345.60 dopo una gara senza alcuna sbavatura e la consapevolezza di sbaragliare la concorrenza. L’Italia si avvicina con un timido ma al contempo imponente 313.83 che assicura a Tania e Francesca, soprattutto dopo la defaillance delle canadesi, la medaglia d’argento, davanti all’Australia, interprete di un’ottima prestazione. Per le azzurre è un argento che profuma di storia, perché il primo al femminile per l’Italia dei tuffi, il primo dal bronzo di Giorgio Cagnotto, papà di Tania, ottenuto a Mosca nel 1980.
Queste le parole delle due azzurre a fine gara:
http://www.sportface.it/rio-2016/rio-2016-tuffi-cagnotto-tolto-un-peso-ora-mi-tuffo-felice/69800