In un’intervista alla BBC il presidente del Comitato olimpico internazionale (CIO) Thomas Bach dichiara di non essersi pentito di aver permesso agli atleti russi di gareggiare all’Olimpiade di Rio 2016 nonostante le accuse di “doping di Stato” mosse dalla Wada nei mesi precedenti ai Giochi brasiliani.
“Non ho nessun rimpianto – ammette il numero uno dello sport mondiale – Abbiamo avuto in tal senso un ampio sostegno all’interno del movimento olimpico, dai Comitati olimpici nazionali alle varie federazioni internazionali. È stata una decisione molto apprezzata. Sono sempre stato sicuro: stavamo difendendo i nostri valori – prosegue il presidente del Cio – Non si è trattato di prendere una decisione per lo sport, ma una decisione che desse giustizia agli atleti. La gente ha realizzato che i nostri valori sono stati rispettati e questo è il motivo per cui non ho rimpianti“.
Infine, a precisa domanda su quanto tempo servirà per tornare a fidarsi ciecamente della Russia Bach risponde così: “Dipende dalla relazione, non so cosa succederà. Dobbiamo aspettare la fine di questo rapporto. Il CIO ha creato due commissioni e darà anche alla parte russa la possibilità di essere ascoltata. Il CIO è pronto a prendere tutte le misure necessarie“.