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Monica Puig scrive la storia, è lei a salire sul gradino più alto del podio a Rio de Janeiro: nell’atto conclusivo del singolare femminile, l’outsider di Porto Rico ha superato, col punteggio di 6-4 4-6 6-1, la campionessa tedesca Angelique Kerber, principale candidata alla vittoria finale dopo la prematura eliminazione di Serena Williams. Si tratta della prima medaglia d’oro della storia per il Paese caraibico, che prima di questa Olimpiade aveva complessivamente raccolto due argenti e sei bronzi.
Due i precedenti tra le due giocatrici, con successi in entrambi i casi della finalista uscente di Wimbledon, abile ad imporsi in due set esattamente 365 giorni fa a Toronto, e in rimonta agli ottavi di finale del torneo di Brisbane nel 2013. Sorprendente e impressionante il cammino in Brasile di Monica Puig, che circa dieci mesi fa aveva indicato proprio l’Olimpiade di Rio come suo principale obiettivo per la stagione in corso. A parte la slovena Polona Hercog all’esordio, la portoricana, semifinalista la scorsa settimana a Florianopolis, ha sempre affrontato, e battuto, tenniste di classifica superiore alla sua: si tratta, in successione, di Anastasia Pavlyuchenkova, Garbine Muguruza (annientata con un duplice 6-1), Laura Siegemund e Petra Kvitova, quest’ultima l’unica a sottrarle un set. Autorevole anche il percorso della Kerber, finora mai in difficoltà e in grado di non lasciare nemmeno un parziale per strada: la teutonica ha incrociato in ordine Mariana Duque-Marino, Eugenie Bouchard, Samantha Stosur, Johanna Konta e Madison Keys.
La ventiduenne di San Juan è praticamente la stessa giocatrice che abbiamo visto all’opera negli ultimi giorni: aggressiva e impavida anche nella partita più importante della sua giovane carriera Monica Puig, che reagisce con grande personalità al break subito nel game inaugurale dell’incontro. Dopo il contro-break del secondo gioco, dunque, è il servizio a giocare un ruolo da padrone: alta la percentuale di realizzazione con la prima per la centro-americana (78%); leggermente sottotono nelle fasi iniziali la tedesca, costretta a salvare una delicata palla break nel corso del sesto game. Quest’ultima, sotto 4-5, serve per rimanere nel primo set ma, divorata dalla tensione, gioca un pessimo gioco alla battuta: è un rovescio lungo linea vincente, corretto dal nastro, a regalare il primo parziale alla Puig, in circa trentotto minuti di gioco, con lo score di 6-4.
La campionessa uscente degli Australian Open non demorde e prova a reagire: è lei ancora una volta ad ottenere il break per prima, nel primo gioco del secondo set, e a sprecare addirittura la palla del doppio break nel terzo game. La teutonica non sfrutta la ghiotta opportunità e rischia grosso: uno schiaffo di diritto al volo affossato in rete permette infatti all’avversaria, nell’ottavo gioco, di impattare sul 4 pari. È qui che sale in cattedra la seconda testa di serie, brava a strappare ai vantaggi il servizio alla sua sfidante nel game successivo e ad approfittare di una risposta lunga di quest’ultima, al quinto set point, per pareggiare i conti, conquistando il secondo set per 6-4.
Sembra la premessa ad uno spettacolare e indecifrabile terzo parziale, che invece si trasforma in un monologo assoluto della tennista di Porto Rico: torna ad essere aggressiva e consapevole dei propri mezzi la grande sorpresa di questo torneo, solidissima da fondo campo e magistralmente in controllo di gran parte degli scambi. I vincenti saranno in totale 19 solo nel set decisivo per Monica Puig, che al quarto match point approfitta dell’ennesimo diritto in corridoio della nativa di Brema per realizzare il sogno di una vita intera e conquistare il primo storico oro per Porto Rico in un’Olimpiade. Il punteggio finale è di 6-4 4-6 6-1, in due ore e dodici minuti di gioco.
Angelique Kerber conquista la decima medaglia e il sesto argento della storia per la Germania “tennistica”: rimangono due gli ori, quelli di Steffi Graf nel singolare femminile di Seoul ‘88, e della coppia formata da Boris Becker e Michael Stitch, nel doppio maschile di Barcelona ’92. Tanta delusione per la mancina tedesca, favorita della vigilia; una stagione comunque da incorniciare per lei finora: la medaglia d’argento si aggiunge infatti al successo di Melbourne di inizio anno e all’ottima finale raggiunta a Wimbledon poco più di un mese fa.
Ad occupare il gradino più basso del podio è invece la ceca Petra Kvitova, che nella finalina per il terzo posto ha sconfitto in tre set, col punteggio di 7-5 2-6 6-2, la forte statunitense Madison Keys: Kvitova che, nel decimo gioco del primo set, ha salvato ben due set point prima di aggiudicarsi il parziale con lo score di 7-5. Si tratta della quarta medaglia e del secondo bronzo in assoluto ai Giochi Olimpici in questa disciplina per la compagine ceca.