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DALL’INVIATO A RIO DE JANEIRO
“Due quarti posti a Londra e due medaglie qui a Rio: doveva andare così, era scritto. Nella vita ci sono momenti alti e momenti bassi, ma c’è una giustizia. Bisogna sempre crederci: questo insegnerò ai miei figli, al di là di quello che faranno. Perché se uno si comporta bene di solito ti torna indietro”. Questa la promessa di Tania Cagnotto, poche ore dopo la sua seconda medaglia olimpica ai Giochi di Rio de Janeiro.
“Ho chiuso in bellezza come speravo – ha dichiarato la tuffatrice azzurra da Casa Italia, dove è stata festeggiata per il bronzo nel trampolino da tre metri – Sono sempre più convinta che a Londra doveva andare purtroppo così. Alla fine è stato un bene, mi ha insegnato tantissimo: ho sofferto parecchio, ma mi sono rialzata. Senza Londra, forse, non sarei riuscita a vincere un Mondiale e poi prendere due medaglie olimpiche”.
Per la Cagnotto l’esperienza agonistica è finita oggi, domani comincerà una nuova vita, ancora tutta da scoprire: “Cosa farò domani? Non ci ho ancora pensato. Sarò al villaggio olimpico, i miei amici vogliono vederlo. Sono contenta, inizia una nuova vita ed è ora, perché ho dato veramente tutto, il cento per cento, e non ho più un centesimo da dare a questo sport. Sono apposto con la mia coscienza, più di così non potevo fare”.
Ha fatto tanto, Tania, ma rifiuta paragoni con le atleti più vincenti della storia dello sport italiano, a partire dalla Vezzali: “Non sono neppure quanti ori olimpici abbia vinto – ha spiegato la Cagnotto con un sorriso – io non mi sento ai suoi livelli, anche se è vero che il mio è uno sport diverso ed è difficile nei tuffi riuscire ad essere così costanti. Ma già essere una delle migliori atlete italiane mi fa un sacco piacere”.
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Sportface/Italpress