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La spada maschile azzurra delude le aspettative. La prova individuale di Rio 2016 vede i tre atleti italiani lontani dalla zona medaglie e, soprattutto, da un rendimento all’altezza di una prova olimpica: Enrico Garozzo, tra i favoriti della vigilia, cede negli ottavi di finale contro il coreano Park, mentre sono eliminati al primo turno Paolo Pizzo e Marco Fichera. Un passo indietro che a questo punto non consente ulteriori margini di errore nella prova a squadre, che domenica chiuderà il programma dei Giochi Olimpici. L’oro va al coreano Sangyong Park, che corona con la medaglia più importante una giornata di livello eccezionale.
L’avvio di gara registra subito due eliminazioni fra i tre azzurri in tabellone: entrambi, Paolo Pizzo e Marco Fichera, tirano da sfavoriti rispettivamente contro lo svizzero Heinzer, numero 10 del ranking, e il giapponese Minobe, numero 9. Mentre Pizzo, facendo ricorso allo spirito e alla grinta che gli sono propri, riesce a mantenere in equilibrio l’assalto per due terzi di gara, salvo scomporsi nel finale (15-11 il punteggio per l’elvetico); Fichera prima si adegua alla non combattività di Minobe nei primi due parziali e poi lascia spesso la guardia scoperta nel terzo e Minobe dilaga: 15-8 il finale.
Enrico Garozzo, d’altra parte, supera con relativa facilità il coreano Jung (15-11). Tra gli altri vengono eliminati il campione olimpico di Londra 2012, il venezuelano Limardo Gascòn (15-5 dall’egiziano Fayez) e il francese Jerent (15-14 da Francisco Limardo).
Gli ottavi di finale sono fatali a Enrico Garozzo, che soffre la rapidità e le incursioni del coreano Sangyoung Park, che gli impediscono di far valere la sua maggiore qualità complessiva: il rientro nel terzo parziale da 9-12 fino al 12 pari è illusorio, quindi è l’asiatico ad avere maggiore lucidità e chiudere l’assalto sul 15-12.
Nel complesso anche qui poche sorprese di rilievo, se non lo svizzero Steffen che sorprende il più quotato ucraino Nikishin (15-14). Nei quarti, poi, Park lascia a sole 4 stoccate Heinzer, in un assalto condotto in modo impeccabile, mentre Steffen sorprende anche Nikishin (15-10), Grumier regola Minobe (15-8) e da ultimo Imre fa lo stesso con l’estone Novosjolov (15-9).
Nella prima semifinale si affrontano Grumier, numero 1 del ranking e grande favorito, e Imre, campione del mondo in carica. L’avvio è in sostanziale parità, poi è l’ungherese a piazzare un paio di allunghi decisivi su cui Grumier non riuscirà più a ricucire lo strappo, per chiudere 15-13 dopo una delle molte stoccate doppie che hanno caratterizzato l’assalto. Nella seconda Park, già favorito su uno Steffen all’esordio in un palcoscenico così prestigioso, conferma il suo stato di grazia con un perentorio 15-9 che gli vale la finalissima.
La finale per la medaglia di bronzo regala la prima gioia nella scherma di questi Giochi Olimpici alla Francia con Grumier che supera Steffen (15-11) e rompe così un digiuno che per i transalpini durava da otto anni. La finalissima per l’oro, invece, mette due generazioni a confronto: Imre a quasi 42 anni può avvicinare record di longevità sportiva propri di altre epoche, mentre Park alla metà esatta per l’anagrafe (21 anni) può confermare la tendenza che vede i 20-25enni protagonisti quasi assoluti in zona medaglie sulle pedane di Rio 2016.
Dopo una prima fase di studio è Imre a costruire punto su punto, con pazienza, un vantaggio che via via sale fino al +4 con cui si presenta all’ultimo parziale avanti di 13-9. Sul 14-10 sembra fatta ma è qui che Park tenta il tutto per tutto sfruttando anche qualche indecisione di troppo dell’avversario, che forse per paradosso paga la troppa esperienza, e piazza cinque stoccate di seguito che ribaltano l’esito di un finale già scritto.