Tanta preoccupazione in terra carioca all’indomani dell’arresto di dieci presunti affiliati all’Isis sospettati di pianificare attentati durante i giochi di Rio 2016, che prenderanno il via il 5 agosto. Le persone catturate sono state poi rinchiuse in un carcere federale di massima sicurezza nello stato del Mato Grosso do Sul, al confine con Paraguay e Bolivia, mentre oggi a Rio 250 uomini dei corpi speciali della marina hanno svolto un’esercitazione nella Baia di Guanabara simulando una presa di ostaggi da parte di un commando di terroristi sul traghetto che collega Rio a Niteroi. Mentre in città sono attesi altri 2 mila soldati che si aggiungeranno ai 20 mila già schierati e altri 3 mila saranno pronti ad intervenire in situazioni di pericolo. “Dobbiamo fare i conti con la minaccia del terrorismo, ma le Olimpiadi saranno sicure”, ha assicurato da Rio il direttore del Comitato olimpico internazionale, Christophe Dubi.
Iniziano intanto a diffondersi dalle fitte maglie del segreto imposto dalla nuova legge antiterrorismo, varata nel marzo scorso, i profili degli arrestati e il loro reale grado di pericolosità. I presunti leader della cellula jihadista sarebbero Levi ‘Muhammad’ Fernandes, 21 anni, Vitor ‘Abdullah’ Magalhaes, 23 anni, convertitosi all’islam nel 2010 e fotografato nel 2012 con una bandiera dell’Isis in Egitto, dove ha studiato l’arabo per sei mesi, e Antonio ‘Ahmed’ Andrade dos Santos, 34 anni, espulso dalla moschea di Joao Pessoa, nello stato settentrionale di Paraiba, per radicalismo e sostegno allo Stato islamico di Abu Bakr al Baghdadi. Gli investigatori hanno trovato foto che ritraggono gli ultimi due insieme in Egitto. La moglie di ‘Abdullah’, Larissa Rodrigues, ha difeso il marito, sostenendo che “l’unico gruppo al quale ha aderito su Telegram e’ quello di un corso di arabo”, ma ha aggiunto che “aveva tolto tutte le foto con la bandiera dell’Isis, forse ne e’ rimasta qualcuna sulla pagina Facebook di qualche amico”. Marcos Josegrei da Silva, il magistrato che ha firmato i 12 mandati di cattura, due dei quali non sono stati ancora eseguiti – ma la polizia federale assicura che e’ solo questione di ore – ha detto che non si puo’ parlare di “capi” in quanto “non siamo di fronte ad una struttura verticistica”. “Non li definirei terroristi, ma esaltavano attentati e stragi”, ha aggiunto. Il ministro della Giustizia, Alexandre de Moraes, ha definito gli arrestati “molto amatoriali” e il suo collega della Difesa, Raul Jungmann, ha calcato la mano chiamandoli “cani pazzi”. Ma gli investigatori ricordano che alla luce dei recenti atti di terrorismo “bisogna fare attenzione proprio ai cani pazzi”. Particolare allarme ha causato la notizia che uno degli arrestati, Oziris Azevedo, 27 anni, lavorava nel Centro integrato di operazioni di sicurezza dell’Amazzonia, l’organo statale che coordina le comunicazioni tra le forze di sicurezza. La polizia federale ha interrogato a lungo anche il responsabile di una Ong sospettata di fare proselitismo al terrorismo islamista.