Un Brasile in versione stellare ha battuto l’Italia 25-22, 28-26, 26-24 all’Olimpiade di Rio de Janeiro negando ancora una volta il primo oro olimpico della storia del volley azzurro. Una sconfitta dura, perché è sembrato che agli azzurri sia mancato quel pizzico di cattiveria o forse fortuna che ha portato a grandissime vittorie fino a questa finale. La differenza alla fine è stata fatta da un servizio che ha funzionato a singhiozzo nella metà campo italiana, mentre continuamente buono per i padroni di casa. Discorso uguale per la ricezione ed infine dal mvp, a nostro avviso, del match: un Wallace De Souza incontenibile, a cui il braccio non ha mai tremato.
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Ci sarà chi si appellerà alle chiamate un po’ casalinghe della rosa arbitrale, una delle quali forse decisiva nell’economia del terzo set, ma la verità è che anche senza quelle il Brasile ha vinto la sfida per meriti propri e all’Italia brucia questa sconfitta, perché ha il sapore di occasione mancata.
Inizio di primo set segnato dalla tensione per entrambe le squadre, ma è l’Italia la prima a sciogliere il braccio e prendere il break di vantaggio. Come spesso in questa Olimpiade però è il servizio a non funzionare nei primi set: tanti errori, ben 5 punti dati al Brasile dei loro primi 11. Dall’altra parte invece una nazionale verde-oro cinica e precisa, specie con il jump-flot che ha fatto impazzire la difesa azzurra sul 12-10 in nostro favore. Cinque punti consecutivi per i padroni di casa e allungo brasiliano che poi si è dimostrato decisivo. Gli azzurri non sono infatti riuscire a ricucire lo strappo, nonostante una buona serie di Oleg Antonov al servizio. In maniera quasi esemplare del primo parziale, il set si è deciso con un ace di Lucarelli a portare la sua squadra sul 24-21 e poi l’errore al servizio di Zaytsev a chiudere il set.
Secondo set più o meno sulla stessa falsariga, con gli azzurri se non altro non fallosi al servizio, ma incapaci di portar in campo la stessa cattiveria degli altri giorni e dopo un inizio a senso unico si è spenta la luce. Spinti dal pubblico del Maracanãzinho, i brasiliani hanno ritrovato la spinta ed il break di vantaggio sul 14-11. Contrariamente al primo set, questa volta il servizio di Zaytsev ha riportato l’Italia punto a punto. Di nuovo lo Zar ha portato gli azzurri in vantaggio nelle fasi delicate del set, con un ace sporcato dal nastro. Il finale è stato da cardiopalma: l’ingresso di Sottile fa salvare all’Italia un set point e poi portato la prima palla dell’uno pari agli azzurri, cancellata dal solito Wallace. Sulla seconda palla set, da lì a poco, è arrivato l’errore al servizio di un Giannelli che prima aveva salvato un set point brasiliano con un palleggio vincente da fuori banda. Il servizio di Mauricio De Souza però ha rimesso in crisi la ricezione azzurra, chiudendo con un ace sulle mani di Lanza: 28-26 e Brasile ad un set dall’oro olimpico.
Con la forza di chi vede il traguardo dinnanzi a sé, i brasiliani hanno cominciato il terzo set sulle ali dell’entusiasmo, variegando il gioco con tutte le loro bocche da fuoco. Dopo un inizio punto a punto, il primo break è arrivato per la squadra di casa, ma la risposta è stata immediata da parte del più giovane della squadra: Giannelli ha fermato a mura Lucarelli e poi messo due super servizi per il 17-15. Il punto del +3 era fatto, ma il challenge del Brasile trova un pannello che cambia la decisione folle di fischiare il fallo di invasione a Juantorena dopo che questi era stato colpito e trascinato sulla rete dalla mano dell’attaccante brasiliano. La situazione ha scatenato il nervosismo nella metà azzurra ed il punteggio è tornato in parità assoluta. La ricezione perfetta del Brasile ha fatto la differenza e nonostante Zaytsev abbia con cuore salvato il primo match point verdeoro, sul secondo è arrivato il muro vincente e con esso la vittoria più desiderata dalla nazionale di casa.