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Dopo un magro martedì a digiuno di medaglie, l’Italia risale la china promettendo spettacolo (e non solo) nella pallanuoto. Il Setterosa scrive la storia all’Olimpiade di Rio e parte da favorito alla corsa per l’oro dopo aver superato in semifinale sul punteggio di 12-9 una temibile Russia in un match giocato a ritmi elevatissimi. Le ragazze di Fabio Conti, che dovranno affrontare gli Stati Uniti nella loro ultima fatica, accedono alla finale dopo 12 anni mettendo in acqua non solo tecnica e precisione, ma cuore ed orgoglio e dimostrando di avere la capacità di soffrire e gestire l’infinito turbinio di emozioni e quell’indescrivibile carico di adrenalina che solo una semifinale olimpica può dare.
Non era facile battere una Russia che sembrava rigenerata rispetto alla fase eliminatoria: serviva l’impresa, la stessa che riuscì al Setterosa ad Atene 2004 e che sembra avvicinarsi nuovamente dopo una, forse troppo lunga, attesa. La gara del Setterosa inizia subito in salita: dopo appena 17 secondi dal suono della sirena che segna l’avvio del match, le azzurre sono costrette a subire la fulminea doppietta della Russia, messa a segno da Ivanova e Gorbunova. La doccia gelata scuote immediatamente l’Italia, che non è disposta a cedere terreno e rinunciare al sogno olimpico senza lottare fino alla fine; il raddoppio di Garibotti dà inizio alla rimonta azzurra in un primo quarto che si conclude sul filo dell’equilibrio dopo la perentoria opposizione di Gorlero a respingere le insidiose conclusioni della compagine russa. Un secondo quarto da cardiopalma per i tifosi azzurri: il Setterosa si rende protagonista di una gara davvero straordinaria sotto il profilo tattico regalando tante emozioni con le giocate vincenti di Bianconi e Radicchi, che porta la sua squadra sul 6-4 alzando il pugno al cielo come a propiziare una vittoria che avrebbe il sapore di una rivincita insperata, di un sogno a lungo coltivato. Giocata dopo giocata cresce visibilmente l’efficacia offensiva dell’Italia che consolida il proprio vantaggio sulle russe: a mettere il sigillo sulla gara anche il capitano della nazionale Tania Di Mario in un terzo quarto che si conclude sul parziale di 8-4 in un lungo monologo azzurro. Le russe tentano il tutto per tutto nell’assalto finale, provando ad approfittare di qualche piccola defaillance a centrocampo e della stanchezza delle azzurre, che hanno speso davvero tanto in termini di energie. Le avversarie sferrano l’ultima, letale zampata per afferrare disperatamente la finale olimpica che si allontana sempre di più; la tripletta delle russe spaventa le azzurre ma ha soltanto il sapore amaro dell’illusione: Bianconi e Queirolo, artefice di un eurogol da metà vasca, ristabiliscono le gerarchie mentre la Russia saluta la competizione inchinandosi ad un’Italia da applausi.
Tante sorprese anche nella seconda semifinale che vede opposti Ungheria e Stati Uniti. In una gara seguita con il fiato sospeso anche dalle azzurre in vista dell’epilogo che vale l’oro, gli Usa riescono a piegare le magiare sul risultato di 14-10. Subito a segno l’Ungheria con Fischer, ma le statunitensi pareggiano immediatamente i conti con Garda dalla lunga distanza. Pressing asfissiante a centroboa per la compagine americana che chiude il primo quarto sul 3-2. Si incrementa il vantaggio costruito dagli Usa, fino a dilagare letteralmente nel finale infrangendo i sogni di gloria dell’Ungheria, costretta a cedere al dominio statunitense; a nulla vale in extremis la rete dell’orgoglio magiaro: le americane volano in finale sfidando l’Italia in un match tutto da vivere!