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“La presenza di Yulia Efimova a Rio 2016? Mi spezza il cuore e mi fa letteralmente incazzare…“. Ci va giù pesante Michael Phelps con la decisione di far gareggiare la nuotatrice russa ai Giochi. Al fuoriclasse di Baltimora è una situazione che non piace affatto e non usa giri di parole per esprimerlo dopo la medaglia d’argento nei 100 metri rana di ieri sera dell’atleta, riammessa all’ultimo momento nonostante un chiaro caso di positività nel suo passato. “E’ un giorno triste non solo per il nuoto, ma per tutto il movimento sportivo. Qui ci sono atleti che gareggiano dopo essere stati trovati positivi per due volte, qualcuno deve intervenire“, ha concluso Phelps.
A Rio, intanto, circolano voci insistenti su primi casi di positività (si parla di un atleta brasiliano). Efimova, fischiata dal pubblico, è scoppiata in lacrime al termine della gara che le ha regalato l’argento nella nottata italiana. Sulla vicenda è intervenuto anche il Cio: “Rispettate i vostri avversari. Chiediamo agli atleti maggior fair play, non solo sul campo ma anche nelle dichiarazioni“, ha commentato il portavoce del Comitato olimpico internazionale Mark Adams. Anche la ranista statunitense Lilly King ha espresso la sua disapprovazione per la presenza in vasca della Efimova, rendendosi protagonista di un gestaccio nei confronti della collega.
Il Cio ha inoltre invitato anche i tifosi presenti agli eventi olimpici a tenere un comportamento consono allo spirito dei Giochi. “È chiaro che i fischi alla Efimova – ha aggiunto Adams – non sono una bella cosa, e non fanno parte del nostro modo di intendere lo sport. Gli spettatori sono liberi di esprimere il loro pensiero, però mi sento di dire che il clima olimpico non deve essere simile a quello che ogni tanto si vede sui campi di calcio. Chi ha provato la propria innocenza è giusto che sia qui“.