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Federica ci sta pensando. O forse ripensando. “Se me lo aveste chiesto ieri, avrei detto che non volevo più saperne. Che non volevo stare ancora cosi’ male quando le cose non vanno. Oggi è diverso“, spiega ai microfoni della Rai. Il secondo capitolo Pellegrini inizia quando le batterie certificano anche lo stop della 4×200. Seconda delusione nel giro di 24 ore dopo quella assurda e dolorosa dei 200 stile, molla che fa scattare qualcosa nella testa della Divina. Troppo brutto lasciare adesso. “Pensare che possa finire tutto cosi’ non mi piace per niente“, confessa. Questo è il titolo: Federica non si arrende.
Certo, 28 anni non sono pochi e nei 12 da Atene 2004 a Rio “ho visto passare tre generazioni di atlete, da Van Almsick fino a Ledecky e Sjostrom“. Ma forse non è ancora arrivato il giorno di far cadere la corona. Nemmeno di fronte allo sprofondo azzurro di una staffetta che senza sorprese fallisce l’obiettivo della finale. Il secondo miglior tempo di iscrizione (7’48″41) è lontanissimo dal 7’57″74 nuotato oggi da Mizzau, De Memme, Masini Luccetti e Pellegrini. Il crono era quello dei Mondiali di Kazan che consegnò all’Italia un argento straordinario: un miraggio che sparisce nella vasca brasiliana come il resto dell’Italnuoto.
Quinta giornata di gare da dimenticare per gli azzurri. Male Erika Ferraioli nelle batterie dei 100 stile, che chiude 26esima a 55″20. Miglior crono e record olimpico per l’australiana Cate Campbell (52″78), davanti alla statunitense Manuel e alla svedese Sjostrom. Nei 200 dorso nessuno squillo: tocca per primo il russo Rylov (1’55″02), con il cinese Xu e l’australiano Larkin alle spalle. È la Pedersen a centrare il miglior tempo di ingresso alle semifinali dei 200 rana (2’22″72), in cui molte hanno giocato a nascondersi. Compresa la russa Yulia Efimova, di nuovo in acqua dopo l’argento sulla distanza più breve e le lacrime per i fischi del pubblico.
Si rivede anche Michael Phelps, impegnato nella corsa alla finale dei 200 misti. In batteria fa meglio il connazionale Lochte (1’57″38 contro 1’58″41), ma il recordman di Baltimora come comprensibile si è gestito parecchio dopo le fatiche delle ultime ore. Osservati speciale il giapponese Hagino (sesto tempo, 1’58″79) e i due brasiliani Rodrigues e Pereira. Doveva essere in gara anche Federico Turrini, ma per lui è arrivata la rinuncia dovuta a un virus che lo ha indebolito.