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Nella notte di Federica Pellegrini, la Divina non delude: la finale dei 200 metri stile libero la vedrà protagonista insieme ai due colossi di questa specialità . Sarah Sjostrom e Katie Ledecky proveranno a strappare domani lo scettro alla campionessa azzurra nella sua gara regina. Una gara condotta a ritmi elevatissimi che fa già presentire l’odore di una finale da brividi: a dominare le batterie la Sjostrom che passeggia timbrando un eloquente 1’54″65 davanti al missile statunitense Ledecky (1’54″81) e Federica. Ottimo il crono della divina che tocca il blocchetto d’arrivo a 1’55″42 in vista della finale di domani. Progressione in crescendo alla virata finale e gara gestita al meglio senza forzare, fianco a fianco con la statunitense.
All’Acquatic Centre non finiscono le emozioni in una notte magica per il nuoto internazionale. Sun Yang, dopo aver abdicato al titolo dei 400, si riscatta dominando la finale dei 200 metri stile libero. Un duello all’ultima virata tra l’atleta cinese e Chad Le Clos che timbra un passaggio mostruoso sui 23”39 per poi spegnersi nell’ultimo 50. Straordinaria la capacità del cinese di interpretare la gara: una progressione senza uguali che gli assicura la medaglia d’oro (1’44″65) davanti a Chad Le Clos ed allo statunitense Dwyer a completare il podio. Deludente medaglia di legno per il campione in carica di questa specialità : si ferma James Guy dopo una prestazione opaca e sottotono che gli costa il titolo.
Sempre più inarrestabile Katinka Hosszu: la lady di ferro, a caccia del secondo successo olimpico dopo la vittoria nei 400 misti, non delude le attese. L’eclettica sprinter ungherese conquista l’oro dopo una clamorosa rimonta negli ultimi 50 sulla statunitense Baker, che si inchina ai piedi della regina, fermandosi sul 58”65. La lady corona l’ennesimo successo gestendo ottimamente la sua gara: un primo 50 a passo sostenuto, poi la spaventosa progressione che beffa l’americana (58”45) medaglia di bronzo ex equo per la canadese Kylie Masse e Fu Yuanhui. Il regno dei 100 dorso maschili ha un nuovo re: il giovane statunitense classe ’95 Ryan Murphy entra nella storia scrivendo il proprio nome nell’Olimpo dei grandi. L’americano, il primo a scendere sotto il muro dei 52” senza la tecnologia in poliuretano, nuota in un eccezionale 51”97 che non lascia scampo agli avversari. Eleganza, virata potente e pennellata subacquea senza eguali, Murphy sbaraglia la concorrenza del cinese Xu Jiayu, medaglia d’argento, in un podio a stelle e strisce condiviso con il connazionale Plummer. Clamorosamente ai piedi del podio Mitchell Larkin nonostante una buona prestazione.
Finale al cardiopalma nei 100 rana al femminile: si sgretola il dominio di Ruta Meilutyte, che strappa un amaro settimo posto. Il mondo della rana fa spazio ad una nuova regina: la diciannovenne americana King. Soltanto una ragazzina alla prima esperienza olimpica ma già con gli occhi della vera campionessa: suo il nuovo record olimpico firmato ad 1’04″93. Argento, tra polemiche e fischi, per Julia Efimova; sorridono gli Usa che vedono salire sul terzo gradino del podio l’altra statunitense in gara, Katye Meili.
In una serata scandita dalle lacrime di Julia Efimova e dalla commozione di Katinka Hosszu, si profila una finale mozzafiato nei 200 delfino al maschile. A Laszlo Cseh, vincitore in 1’55″18 della prima semifinale e campione in carica, risponde Phelps: lo squalo di Baltimora chiude in 1’54″12, in seconda posizione dietro un sorprendente Kenderesi. L’ungherese tocca il blocchetto sull’1’53″96 fregiandosi del vanto di aver battuto Michael Phelps in una semifinale. Intanto i giochi sono aperti ed il duello tra il gigante statunitense, a caccia del ventesimo oro e del riscatto dopo Londra 2012, e Laszlo Cseh è sempre più acceso.
La terza giornata di nuoto si conclude con le semifinali dei 200 misti femminili in cui fa la propria comparsa in vasca un’instancabile Katinka Hosszu, che proverà domani ad ipotecare il terzo oro consecutivo della rassegna a cinque cerchi. A dominare la prima trance, la britannica O’ Connor (2’07″57), prossima a minare il record olimpico: un chiaro guanto di sfida lanciato all’atleta ungherese, che si assicura il secondo crono d’ingresso in una finale tutta da vivere con il fiato sospeso.