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Una dedica spontanea, un coming out involontario e sincero. Forse non voleva neppure farlo, Rachele Bruni, ma in fondo dedicare una medaglia olimpica alla persona amata è la cosa più naturale del mondo, come ha voluto sottolineare la nuotatrice fiorentina. “Io l’ho sempre vissuta senza problemi – ha spiegato con sincerità la Bruni parlando dell’omosessualità – anche se non ho mai fatto coming out. Indubbiamente ci sono persone che hanno troppi pregiudizi però io non ci penso: vivo serena e tranquilla, per me stessa, per il nuoto e le persone che mi vogliono bene”.
Non è il primo coming out nello sport, ovviamente, ma neppure il primo dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Prima della Bruni, in Brasile già la judoka Rafaela Silva aveva postato una foto su Instagram con la fidanzata, l’ex atleta Thamara Cezar, annunciando il prossimo viaggio-premio per la medaglia a Disneyworld, in Florida, “forse dopo dicembre, perché è il nostro sogno” dopo tre anni di fidanzamento. E poi, ancor più esplicita, c’è stata la richiesta di matrimonio avanzata dalla volontaria Marjorie Enya alla rugbista brasiliana Izzy Cerullo direttamente in campo, di fronte ai fotografi e alle telecamere di tutto il mondo. Tornando indietro nel tempo, sono tanti gli sportivi che hanno dichiarato al mondo la propria omosessualità. Non molti nel calcio, per la verità, dopo Justin Fashanu, primo a fare coming out nel 1990 ma poi rinnegato persino dalla comunità nera: una storia finita in tragedia nel 1998, quando Fashanu si tolse la vita a seguito delle accuse di stupro da parte di un teenager. Di recente, sempre nel calcio, il centrocampista americano Robbie Rogers e il mediano tedesco Thomas Hitzlsperger, passato pure per la Lazio, si sono dichiarati gay. Tanti i coming out tra le donne del tennis. La prima, la campionessa cecoslovacca poi naturalizzata dagli Stati Uniti Martina Navratilova, uscita allo scoperto 1981, poi imitata negli anni Novanta dalla spagnola Conchita Martinez e dalla francese Amelie Mauresmo.
Ebbero grande risalto mediatico anche i coming out del cestista britannico John Amaechi nel 2007, primo giocatore di basket della Nba, del capitano della nazionale gallese di rugby Gareth Thomas nel 2009, del pugile portoricano Orlando Cruz nel 2012, del tuffatore inglese Tom Daley nel 2013 e ovviamente del campione di nuoto Ian Thorpe, annunciato in un’intervista televisiva: “Ci ho pensato molto a lungo – spiegò l’australiano due anni fa – Non sono etero. Da solo due settimane ho deciso di parlarne con i miei. Ora dico al mondo che sono gay e spero che questo renda più facile per gli altri esprimere una cosa che hanno tenuto dentro per anni”.
Sportface/Italpress