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Si è conclusa con un’eliminazione al primo incontro dei ripescaggi, il cammino a Rio 2016 di Daigoro Timoncini, che gareggiava nella categoria 98kg della lotta greco-romana, una delle discipline già presenti nella prima olimpiade moderna di Atene 1896 e amata dal barone De Coubertin.
Il lottatore faentino, che porta questo curioso nome di battesimo per volere del padre, in omaggio a un altro lottatore del passato, aveva esordito direttamente negli ottavi di finale. Il sorteggio gli aveva messo di fronte probabilmente il lottatore più forte della categoria, vale a dire l’armeno Artur Aleksanyan, bronzo a Londra 2012, ma soprattutto vincitore delle ultime due edizioni del titolo mondiale.
L’azzurro nel primo periodo ha provato a contenere il campione del mondo, più alto di lui di circa 10 cm, cosa molto penalizzante per il lottatore di più bassa statura. Nel secondo periodo ha dovuto alzare bandiera bianca e incassare un 5-2 dall’armeno. Aleksanyan ha proseguito poi il suo cammino fino alla finale, sconfiggendo Alexuc Ciurariu nei quarti, e il turco Cenk Ildem per manifesta superiorità.
Il regolamento vuole che gli sconfitti dai finalisti, possano essere ripescati e ambire così alla medaglia di bronzo. Nel match di ripescaggio contro il rumeno, il trentenne faentino non è mai stato in grado di impensierire il suo avversario, sebbene fosse alla sua portata. Alexuc Ciurariu ha vinto di misura entrambi i periodi e si è guadagnato il pass per sfidare il turco Cenk Ildem per ottenere una delle due medaglie di bronzo in palio.
Per Timoncini, la preparazione a questi giochi olimpici (i terzi per lui dopo Pechino e Londra) era stata abbastanza tribolata a causa di un lungo infortunio occorsogli nel 2014 e che gli aveva fatto saltare mezza stagione nonché il mondiale.