[the_ad id=”10725″]
Non è stata la mattinata che sperava Dariya Derkach per il proprio debutto olimpico, perché con una performance di alto livello per l’azzurra sarebbe stata a portata qualificazione a portata. Tre salti spenti le sono valsi solo un modesto 13.56m, più di 60cm sotto il suo personale, ottenuto quest’anno, e che sarebbe valso un posto in finale. La delusione arriva soprattutto dopo gli ottimi segnali mostrati durante l’Europeo di Amsterdam, quando uno dei nulli della finale era atterrato abbondantemente oltre i 14.50m.
Erano partite in 37 divise tra due pedane le protagoniste del salto triplo femminile nel tentativo di chiudere tra le prime 12 o volare oltre il 14.30m che dava l’accesso sicuro in finale, ma in realtà si è arrivate all’appuntamento di domenica con 14.09m della americana Keturah Orij. La sorpresa più grande però è arrivata dall’eliminazione dell’ucraina Olga Saladukha, una delle favorite alla lotta delle medaglie, nonostante la stagione sottotono.
Non un impatto ideale quello dell’azzurra con la prima esperienza olimpica: il primo salto per lei nasce da una rincorsa molto tagliata, forse per paura di aprire con un nullo, e la poca velocità non le permette di andare oltre un modesto, per lei, 13.19m. Il secondo salto è apparso più quadrato come rincorsa, ma l’azione della Derkach si è spenta man mano che i tre balzi che compongono il triplo si portavano a conclusione. Una chiusura non eccellente al termine di un jump non al livello dei suoi migliori le ha dato un 13.55m che non lasciava speranze di qualificazione. Solamente un centimetro in più nell’ultima prova dell’azzurra, che è apparsa troppo tesa e forse schiacciata dall’occasione.
Per la favoritissima della disciplina, Caterine Igarguen, basta un salto in scioltezza in questa qualificazione mattutina: 14.52m in completo controllo e tutto rimandato al grande appuntamento di domani sera. La quasi imbattibile colombiana ha assistito alla seconda qualificazione diretta arrivata poco dopo dall’unica in grado di batterla quest’anno, come anche a Londra 2012: Olga Rypakova. Per la kazaka non una misura impressionante, ma il 14.39m vale un posto in finale risparmiandosi un salto. Tra le due si è infilata la greca Pareskevi Papahristou, che con un bel gesto tecnico, figlio della lunga tradizione greca nei salti, ha piazzato un 14.43m che le regala un importante biglietto da visita per la finale.