Bisogna tornare ad Atene 2004 per trovare una sconfitta nello storico olimpico di Usain Bolt: aveva 18 anni ed uscì dalle batterie dei 200m con 21.05. Da allora il fulmine giamaicano ha saputo solo vincere e nemmeno la pista bagnata ed il vento contrario l’hanno fermato a Rio 2016: oro con 19.78, due decimi e mezzo davanti al secondo, il canadese Andre De Grasse ed un decimo ancora al sorprendente Cristophe Lemaitre. Ma la notte dell’atletica, chiusa dalla vittoria del sempre più vittorioso Bolt, ha visto sorridere il team USA con addirittura cinque medaglia, di cui tre ori, a cui si aggiunge la notizia del ripescaggio della staffetta 4×100 femminile dopo l’iniziale esclusione dalla finale.
Ad aprire le danze per la squadra a stelle e strisce è stato Kerron Clement, che da esperto atleta nei 400 ostacoli non si è fatto intimorire dagli stagionali migliori dei suoi avversari e trovando l’acuto nel momento giusto ha vinto con 47.73. Un podio stretto in 20 centesimi, con l’irlandese Thomas Barr, primo della sua nazione in quasi un secolo a trovare la finale in questa prova, ai piedi del podio per soli cinque centesimi dietro al cubano naturalizzato turco Yasmani Copello. Secondo il keniano Boniface Tumuti.
Doppietta USA invece nel lancio del peso, dove Ryan Crouser ha messo tutti in fila con una spallata da 22.52m che è anche il nuovo record olimpico. Secondo Joe Kovacs e terzo il neozelandese Tomas Walsh.
La sorpresa di giornata però è arrivata nel giavellotto da non troppo lontano dai confini italiani: Sara Kolak, croata classe 1995, ha trovato la settimana della consacrazione a livello globale dopo il bronzo all’Europeo di Amsterdam. Per raggiungere la finale, la Kolak aveva già migliorato il proprio record personale, ma in finale ha saputo fare anche meglio. Il suo tiro da 66.18m è stato il più lungo della notte brasiliana, atterrato oltre i 64.92m della sudafricana che si allena in Friuli Sunette Viljoen e i 64.80m della campionessa olimpica di Londra Barbora Spotakova.
Non è riuscita l’impresa all’azzurra di origini cubane Yusneysi Santiusti Caballero, che cercava un pass per la finale degli 800. Della sua gara abbiamo parlato in un dedicato report:
http://www.sportface.it/rio-2016/rio-2016-atletica-niente-finale-santiusti-800-mt-semenya-senza-problemi/78847
Si è giocato sul filo dei punti il titolo olimpico del decathlon: ma con il nuovo record olimpico, Ashlton Eaton ha confermato l’oro di quattro anni fa, controllando il rivale francese Kevin Mayer nella prova finale dei 1500. Tra i due infatti, vi erano solo 44 punti prima dell’ultima gara, ma l’americano ha saputo chiudere davanti al francese e conservare l’alloro a cinque cerchi. Terzo il canadese Damian Warner.
L’aveva detto Yadisleidis Pedroso, dopo la sua semifinale, che quella che l’era piaciuta di più nei 400 ostacoli era l’americana Dalilah Muhammad e questa non ha deluso: nonostante la pioggia battente la Muhammad ha chiuso in 53.13, mettendo in riga tutte le avversarie, a partire dalla forte danese Sara Slott Petersen, che ha trovato l’argento. Terza con il primato personale l’altra americana, Ashley Spencer, che ha bruciano sul finale la ceca Zuzana Hejnova.
Il finale è stato poi quello dei 200m di Bolt, di cui già tanto si è detto in apertura e comunque descritto nel dettaglio in questo pezzo:
http://www.sportface.it/rio-2016/rio-2016-atletica-usain-bolt-sempre-piu-nella-storia-suoi-anche-i-200-metri/78880