[the_ad id=”10725″]
In un’umida serata a Rio de Janeiro, con la pista di atletica ancora bagnata per la pioggia appena caduta, si è svolto il primo turno dei 400 ostacoli femminili, che vedeva impegnate ben tre azzurre. Buone notizie per Ayomide Folorunso e Yadisleidis Pedroso, che si sono brillantemente qualificate per le semifinali, male invece Marzia Caravelli, alle prese con i problemi tecnici di una specialità ancora da metabolizzare al cento per cento.
La Folorunso era impegnata nella prima batteria, che l’ha vista penalizzata dal sorteggio che l’ha relegata in prima corsia. Partita prudente, la diciannovenne di origine nigeriana si è scatenata negli ultimi 150 metri superando proprio nell’ultimo rettilineo la danese Troest e la diciassettenne americana McLaughlin, dimostrando quindi un’ottima gestione dello sforzo nonostante la giovanissima età. Per lei terzo posto con 55”78 in una batteria dominata dalla giamaicana Tracey (54”88), non lontana dal proprio personale e qualificata direttamente alle semifinali.
La quarta batteria vedeva invece impegnata la primatista italiana Yadisleidis Pedroso, reduce da una stagione disgraziata per diversi infortuni che ne hanno di molto limitato il rendimento. Ciò nonostante si è resa protagonista di una gara gagliarda, cominciata di fatto con la stessa tattica della Folorunso, con una partenza estremamente lenta che le ha consentito di esprimere il massimo nel rettilineo finale, dove pur essendo stata preceduta al terzo posto di un’inezia dalla polacca Ankiewicz è riuscita comunque a passare il turno come primo miglior tempo di ripescaggio (55”98). A dimostrare molta sicurezza nella stessa run è stata una delle favorite, la danese Sara Slott Petersen, che ha chiuso davanti a tutte in 55”20.
Ultima a scendere in pista, nella sesta e ultima batteria, la veterana Marzia Caravelli che nonostante si sia esibita su livelli brillanti nei primi 250 metri, arrivando all’imbocco del rettilineo nelle prime tre posizioni, è poi crollata nel finale perdendo totalmente il tempo sugli ostacoli e finendo sulle gambe al 6° posto con un modesto 57”77, a più di due secondi dalla britannica Doyle che ha dominato la batteria