Atletica

Rio 2016, atletica: 14 agosto nel segno dei campioni con Bolt, Ibarguen e Van Niekerk

Wayde Van Niekerk - Foto di Filip Bossuyt - CC BY 2.0

Una terza giornata di gare a Rio 2016 nell’atletica che in molti ricorderanno a lungo: perché dopo la mattinata occupata esclusivamente da una maratona femminile di ottima qualità, vinta per la prima volta dal Kenya con Jemima Jelagat Sumgong, la pista e i concorsi della notte italiana hanno acceso grandi emozioni. Protagonisti attesi sono stati i campioni che ti aspetti: Usain Bolt, ancora una volta vincente sui 100m, Caterine Ibarguen, finalmente a centro nel suo salto triplo all’Olimpiade, e un Wayde Van Niekerk, che annichilisce gli avversari siglando il nuovo record del mondo in ottava corsia.

La serata di Rio si è subito accesa nel segno dei 400m, con un antipasto di qualità con le semifinali al femminile e una Allyson Felix sontuosa a segnare il miglior tempo con grandissima facilità. La terza semifinale però sorride anche all’Italia e alla bi-campionessa d’Europa Libania Grenot, che senza paura ha corso da grande atleta quale è per trovare la prima finale azzurra nella disciplina.

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A livello azzurro, nel mentre, ha fatto male vedere la qualificazione del salto in alto, che per noi ha il sapore di gara mozzata: i più grandi di questa disciplina hanno tutti trovato la qualificazione alla finale, mentre il campione del mondo al coperto e leader stagionale Gianmarco Tamberi è stato costretto a guardare dagli spalti a causa di un infortunio. Alla fine l’eredità virtuale è stata data a Silvano Chesani, che però anch’egli in difficoltà a causa di problemi fisici in primavera non ha centrato la finale.

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Nel mentre si è infiammata la pedana del salto triplo femminile, nella gara di più alto contenuto tecnico nella disciplina negli ultimi anni: partita già a tutta col primo salto dell’americana Keturah Orji a 14.71m, che però alla fine le varrà solo il legno. Dominio finalmente per Ibarguen che ha superato due volte i 15m, allungando da 15.03 a 15.17 nel momento in cui la giovane rivale venezuelana, Yulimar Rojas, si era avvicinata fino a 14.98 (entrambe al quarto salto). Lotta serrata terzo posto, con ben 4 ragazze racchiuse in soli 9 cm: a spuntarla però è stata la campionessa olimpica in carica, la kazaka Olga Rypakova con 14.74m.

La tensione per la finale dei 100m maschili saliva e anche le semifinali non hanno fatto che aumentare il pathos per quel duello Bolt – Justin Gatlin che spesso si è dimostrato tale solo a parole: l’americano ha sempre sofferto lo strapotere del giamaicano e dopo la delusione di Londra, in semifinale ha provato un approccio più cauto, ma che non ha cambiato l’esito della finale. Dominio per il campionissimo dei Caraibi, che mette in riga tutti, nuovamente con 9.81, mentre a Gatlin è toccato difendersi dal sempre più straripante canadese Andre De Grasse, terzo con il personale a 9.91.

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Anche i 1500m femminili non sono stati privi di sorprese con la prima semifinale su ritmi discretamente veloce. Da segnalare la sesta al traguardo, la polacca Sofia Ennaoui, che si è fatta gli ultimi 100 metri sprintando come una specialista della velocità per arrivare 6a (passavano in 5): è rimasta seduta mezza disperata appena fuori dalla pista. Seconda semifinale molto più lenta della prima, nessuno ha preso iniziativa, fino a che Genzebe Dibaba e l’olandese Sifan Hassan non sono scattate all’ultimo giro. I ripescaggi sono così giunti dalla prima semifinale e la Ennaoui, per fortuna, sarà stata contenta.

Chiudiamo infine con il grandissimo record del mondo dei 400m, perché chiusura migliore non potrebbe esserci: il sudafricano Van Niekerk era dato tra i favoriti ad inizio evento, ma una semifinale non eccezionale e l’ottava corsia di partenza lo avevano messo all’ombra di Kirani James Lashawn Merritt. La sfida però si è rivelata solo tra il sudafricano ed il cronometro, perché, uscito dalla curva in compagnia dei due avversari, ha messo la freccia e chiuso con un finale mostruoso, valido il nuovo limite mondiale: 43.03.

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