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DALL’INVIATO A RIO DE JANEIRO
Distrutto, senza parole. Alex Schwazer non vuole parlare della squalifica di otto anni ricevuta dal Tribunale arbitrale dello sport di Losanna per il test antidoping del primo gennaio risultato positivo al testosterone. La sentenza ĆØ infine arrivata, con ritardo inspiegabile e ingiustificabile, al termine di un processo dalle molte lacune.
Poche ore dopo la decisione, nel suo hotel a Ipanema, alle 20 ora locale e quando ĆØ giĆ notte in Italia, l’entourage del marciatore altoatesino convoca una conferenza stampa, ma Alex preferisce non presentarsi. E’ rimasto in silenzio per quasi un’ora dopo aver conosciuto la sentenza del collegio arbitrale del Tas, arrivata poco dopo le 17, poi ha pronunciato solo due parole: “Sono distrutto“. Ha chiesto all’agente di non intervenire nella conferenzaĀ convocata d’urgenza ed ĆØ uscito a fare una passeggiata.
Al ritorno, dopo oltre un’ora, Schwazer si ĆØ seduto nel pub di fronte al suo hotel, ancora senza parole, fissando la televisione dove trasmettevano, ironia della sorte, un match di beach volley dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Quei Giochi che Alex non potrĆ disputare. “Dovete avere rispetto“, ha spiegato ai giornalisti scappando in un taxi per non parlare. Una reazione comprensibile: il marciatore altoatesino ci credeva davvero, sperava realmente nella riabilitazione del Tas, nonostante gli avvertimenti del coach Sandro Donati e delle persone a lui vicine. E invece adesso, per Alex, la marcia ĆØ davvero finita.
IL VIDEO DELLA FUGA