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L’ora della verità è arrivata. Alex Schwazer è giunto come una stella nel cuore della notte all’aeroporto Gallego di Rio de Janeiro. T-shirt azzurrina, due grandi valige ed accompagnato da suo allenatore Sandro Donati, il marciatore italiano all’alba è arrivato presso la struttura che lo ospiterà almeno per la prossima notte. Già, perché Alex già domani potrebbe varcare la soglia del Villaggio olimpico degli atleti di Barra se gli arbitri della Divisione ad hoc a Rio del Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna decideranno di consentirgli la partecipazione ai Giochi. Difficile, ma non impossibile anche se la decisione potrebbe arrivare addirittura non prima di mercoledì. Per arrivare a questo risultato, che sarebbe positivamente clamoroso, la sua memoria difensiva dovrà essere convincente e smontare che quella positività, seppur infinitesimale di testosterone sintetico trovato nelle sue urine, e’ causa di una manipolazione o di un semplice errore. Per il momento l’agenda carioca di Alex prevede solo un appuntamento, e’ quello decisivo sulla sua permanenza prolungata a Rio, quello di domani mattina quando alle ore 10,30 comparirà davanti agli arbitri del Tas per iniziare il processo. A metà pomeriggio e’ previsto un allenamento di rifinitura nella zona del Cristo Redentore, successivamente ci sarà l’incontro con i suoi avvocati, anche loro nel frattempo arrivati a Rio.
La sede dell’arbitrato e’ cambiata. Si terrà nel centro storico di Rio de Janeiro presso lo studio legale BM & A Advogados al civico 52 dell’Avenida Almirante Barroso. Da una parte ci saranno Schwazer, Donati e gli avvocati Gerhard Brandstaetter e Thomas Tiefenbrunner, dall’altra una agguerrita delegazione della federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) che si opporrà in tutti i modi per riabilitare Schwazer. In mezzo i tre arbitri del Tas con incluso il presidente nominato per l’udienza, l’austriaco Michael Geistlinger, avvocato e docente di Salisburgo. “Ho portato tutto il necessario per gareggiare perche’ io voglio essere regolarmente al via il 19 per la gara che ho preparato da oltre un anno – ha detto Schwazer poco prima di andare a dormire e recuperare il lungo viaggio -. Non posso solo pensare di aver buttato via tempo, soldi e la voglia di riscattarmi per una simile vicenda. Ecco perché a Rio farò vita da atleta. Non ho voluto pensare a quello che sarà lunedì in questo periodo ho sofferto molto ma ho proseguito con il piano di allenamenti previsto. Non ho voluto pensare al processo e ai vari casi doping, ho preferito dedicarmi alla mia famiglia e alla mia fidanzata (Kathrin, estetista a Vipiteno, ndr)”. Quello di domani si preannuncia un dibattito molto intenso, interessante ed articolato da parte di entrambe le parti.
Alex proverà nuovamente la sua assoluta innocenza (“non ho assunto doping, ho prove che dimostrano questa cosa”), i suoi legali dimostreranno, fornendo documentazione sanitaria ed autorizzazioni varie, che il profilo del loro assistito e’ “assolutamente antidoping” e che i “test inufficiali svolti sono tutti stati preventivamente autorizzati”. Quella degli avvocati bolzanini sara’ una lunga esamina del caso. Infine, ci sara’ l’intervento di Donati. Lo storico paladino della lotta al doping proiettera’ diverse slide per spiegare alcuni aspetti sia legati alla manomissione che al complotto. Proprio su quest’ultimo aspetto, Donati parlera’ che attorno a Schwazer c’era un particolare accanimento generale. Raccontera’, e se servira’ le fara’ anche ascoltare, le due telefonate ricevute dal giudice internazionale di marcia, il triestino Nicola Maggio. Quest’ultimo ha “consigliato” di non far vincere Alex alla 50 km di Roma durante il Mondiale per Nazioni (poi dominato) e successivamente di non rispondere all’attacco dei marciatori cinesi due settimane dopo alla gara sulla 20 km a La Coruna. Donati non si esimera’ di spiegare che il giudice Maggio e’ “storicamente legato alla famiglia Damilano dove uno (Sandro) e’ allenatore proprio della nazionale cinese e l’altro (Maurizio) e da anni responsabile in seno alla Iaaf del settore marcia e che lui stesso aveva riabilitato Maggio dopo la sua esclusione del panel dei giudici”.