La saltatrice in alto, Alessia Trost, 22 anni, si prepara all’Olimpiade di Rio 2016 senza temere il virus Zika, almeno non ora. In un’intervista al quotidiano Repubblica, l’azzurra ha dichiarato: “Mi sembra un po’ prematuro cominciare a preoccuparsi. Ne ho parlato con l’allenatore e con i miei genitori ma solo perché ‘Zika’ è la parola nuova delle prime pagine dei giornali”. L’Oms ha creato squadre per isolare il vaccino e Obama ha lasciato liberi gli atleti di non andare a Rio 2026, ma la Trost è serena: “Sono convinta che da qui a sei mesi cambieranno molte cose, capiremo meglio se il fenomeno potrà essere arginato e chi è davvero a rischio. Finora le informazioni sono scarse e frammentarie. Comunque bisogna rispettare quei paesi che faticano più di altri a mettersi in regola per manifestazioni così importanti”.
La Trost, argento agli Europei Indoor, è convinta – a ragione – che lo sport viva nel mondo reale e non in una bolla: “Svelo una cosa: mi dicono che a Barcellona nel ’92 le acque non fossero poi così pulite. Anche lo sport è legato alla situazione socio-economica del paese che lo ospita. Il Brasile ha il dovere di mettersi in regola, sia dal punto di vista logistico che sanitario. Tanto non è che possono spostare tutto”. La macchina di Rio 2016 è in moto da due anni, Zika non la fermerà.