Interviste Esclusive

Riccardo De Luca: “A Londra ero emozionato, ora sono pronto”

Riccardo De Luca e Valter Magini - Foto Fipm

Riccardo De Luca, campione europeo 2012 e due volte campione italiano di pentathlon moderno, è già a Rio de Janeiro. Non ancora per l’Olimpiade di agosto, quando l’azzurro sarà uno dei favoriti, ma per la tappa di Coppa del mondo in programma nel weekend, un vero e proprio antipasto di quella che sarà la gara regina visto che i pentatleti gareggeranno negli impianti che ospiteranno i Giochi e lo faranno per la prima volta con la nuova formula. Nuoto, scherma, equitazione, corsa e tiro a segno: il giovane romano è pronto a lottare, ma preferisce non dichiarare il suo obiettivo. Per scaramanzia, ovviamente, come racconta nell’intervista esclusiva concessa a Sportface.it.

Partiamo dalle origini: perché il pentathlon?
“Da piccolo praticavo nuoto e karate, ma non mi bastava. Poi mia mamma mi parlò di questo nuovo sport, la scelta è stata del tutto casuale. Dopo alcuni giorni di prova, tra sparare con la pistola ad aria compressa e un ‘combattimento’ a scherma, il pentathlon mi ha conquistato. Il mio entusiasmo e la mia passione erano al massimo”.

Hai mosso i primi passi con Pietro Serena.
“Pietro Serena è stato ed è ancora il mio primo allenatore, nonché il mio professore di educazione fisica alle superiori. Nel corso degli anni, più di 15 ormai, abbiamo consolidato il nostro rapporto sotto tantissimi aspetti, da quelli strettamente tecnici a quelli psicologici e di amicizia”.

A Londra 2012 chiudesti 9°, che ricordo hai di quella esperienza?
“È stata un’esperienza e un’emozione unica che auguro a qualsiasi altro atleta. Era la mia prima volta, il risultato ottenuto non è stato dei migliori, in verità le mie aspettative e speranze erano più ambiziose. A livello emotivo non è stato facile reagire e guardare avanti per altri 4 anni, ma a mente fredda ho capito gli errori che hanno limitato le mie capacità e da lì in poi mi sono rimesso in gioco al 100%”.

Gli errori che non ripeterai ai Giochi di Rio.
“La prima Olimpiade è come coronare un sogno, nell’affrontare la seconda l’orgoglio è lo stesso, ma c’è maggior lucidità. A Londra purtroppo l’emozione mi ha fatto un brutto scherzo, ero distratto. Quello su cui stiamo insistendo da parecchio tempo è proprio questo, cercare di dare il massimo ed essere lucidi anche nelle condizioni di massimo stress”.

A che punto è la preparazione?
“Va benissimo, tutto il team lavora per lo stesso obbiettivo con tanta fiducia e rispetto tra tecnici e atleti. C’è una bella sinergia e positività”.

Che atmosfera si respira durante un’Olimpiade?
“È tutto unico e speciale, dalla gioia che ti trasmettono le feste e gli incoraggiamenti degli amici all’incitamento dalle migliaia di persone che sono presenti per l’evento fino a quella più seria e professionale del team tecnico e degli atleti pronti a gareggiare nei giorni seguenti”.

Meglio la gara a squadre o individuale?
“Purtroppo come gara olimpica è prevista esclusivamente la classifica individuale, quindi è diverso tempo che mi trovo a gareggiare da solo. Ho partecipato a qualche staffetta nella stagione scorsa e devo dire che è una formula molto bella, soprattutto quando si è abituati a fare conto solo su se stessi, avere il proprio compagno o compagna affianco nei momenti più determinanti è emozionante, insieme per dare il massimo”.

Quale successo ti è rimasto nel cuore?
“Ogni affermazione ha un significato. Dal mio primo campionato italiano vinto anni fa all’ultima bellissima vittoria nella finale di Coppa del mondo con tanto di pass per Rio, li tengo tutti nel cuore”.

Tre aggettivi per definirti.
“Solare, ottimista, iperattivo”.

Single o fidanzato?
“Sono fidanzato con una bellissima ragazza che adesso per studio è per alcuni mesi a Londra”.

Da grande cosa vuoi fare?
“Prima di tutto finire la facoltà di Economia dello Sport. Poi, grazie a dei riconoscimenti ottenuti nella lingua inglese nell’arma dei Carabinieri, ho possibilità di richiedere un periodo all’estero nelle varie ambasciate italiane”.

Hobby?
“Cerco di trovare tempo per la mia ragazza e per gli amici, adoro praticare surf e snowboard, ma con attenzione per non rischiare infortuni. Una cosa che mi piace fare è andare alla ricerca di onde perfette in Indonesia”.

Ti piace il calcio? Squadra del cuore?
“Simpatizzo per la Roma come la mia famiglia, ma in realtà il calcio non mi appassiona tranne quando gioca la nazionale ogni quattro anni”.

Un augurio per il 2016?
“Tanta serenità e gioia nel vivere ogni vostra sfida e ambizione guardando sempre avanti!”.

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