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Si può entrare nella storia anche senza vincere una medaglia d’oro. Giovanni Pellielo lo ha fatto e pazienza se l’oro pregiato non lo metterà al collo neanche in questa edizione olimpica. Il 46enne tiratore piemontese ha appena vinto la sua quarta medaglia olimpica e sul podio sorride, un sorriso sincero e non di facciata nonostante una gara tiratissima e un oro sfumato nei tiri di spareggio contro il croato Glasnovic. Per la terza volta in carriera si piazza a destra rispetto al gradino più alto del podio (Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016), ma sorride perché anche arrivando secondi si può essere felici e soddisfatti, consci di aver dato tutto.
Questa è un’Olimpiade diversa per Pellielo, a Londra la malattia del padre non lo faceva stare sereno, l’inquietudine che covava dentro non l’ha fatto esultare come avrebbe dovuto per quell’argento conquistato nella città britannica. Oggi invece sorride e soprattutto non smette di stupire. Lui che a 18 anni ancora non aveva cominciato a sparare, ballava liscio ed era campione juniores. Tutto cambia quando un giorno la mamma, presidente dell’Associazione tiro a volo San Giovanni di Vercelli, lo porta con sé e da lì comincia una carriera straordinaria: quattro medaglie Olimpiche, diciassette Mondiali e ventidue Europee. E poco importa se non è arrivato neanche oggi l’alloro più pregiato: Giovanni Pellielo non ha bisogno di nessuna medaglia d’oro per entrare nella storia di questo sport, lui c’è già di diritto e quel sorriso sul podio di oggi lo testimonia ampiamente.