Le Farfalle lasciano vibrare le ali, Rio 2016 è sempre più vicina. La squadra Nazionale di ginnastica ritmica scende in pedana in Brasile dal 19 al 21 agosto, a chiudere la competizione olimpica con l’obiettivo di riportare nel Belpaese qualche medaglia da strappare alle rivali imbattibili di Russia, Bielorussia e Ucraina. Il gruppo azzurro capitanato da Marta Pagnini e completato da Camilla Patriarca, Sofia Lodi, Alessia Maurelli e Martina Centofanti ha messo in archivio la Coppa del Mondo 2016, l’Europeo di Holon e qualche delusione di troppo. Ora però sono cariche più di prima e pronte a partire per la terra verderoro il prossimo 11 agosto, insieme alla ginnasta individualista Veronica Bertolini. E lo raccontano in un’intervista esclusiva ai microfoni di Sportface.it
“E’ stato un Europeo difficile, siamo arrivate quarte nel concorso generale ed è stato un buon risultato. Poi nelle finali di specialità poteva arrivare qualcosa di importante e invece ci sono stati troppi errori. Questo non significa che i nostri esercizi non siano i migliori al mondo, consapevoli di ciò ricominciano con uno spirito da guerra”, racconta il capitano Marta Pagnini. Da Kazan a Baku, le Farfalle hanno chiuso in Arzebajian la World Cup 2016 tornando finalmente a collezionare medaglie importanti – due terzi posti nel concorso generale e nella finale di specialità mista – in vista dei Giochi Olimpici. “Siamo una squadra che lavora insieme da un paio d’anni ma comunque giovane. Il potenziale c’è ma abbiamo bisogno di gareggiare molto e gestire l’adrenalina, ogni giorno impariamo qualcosa. Nei nostri esercizi poi, come dice la nostra allenatrice Emanuela Maccarani, chi non risica non rosica, il rischio va accettato ma sicuramente arriveremo a Rio in uno stato psicofisico che ci permetterà di non incappare in alcun errore. Lì servirà la perfezione”.
Marta, da veterano e capitano, tiene per mano le piccole della Nazionale tanto da accompagnarle fino in Brasile. Lì Sofia Lodi (fresca di esami di maturità), Alessia Maurelli, Martina Centofanti e Camilla Patriarca affronteranno la prima Olimpiade della loro carriera: “Un difetto del nostro capitano? No, non è ha”, ridono le giovani Farfalle con la Pagnini a fare buona guardia. Poi prende coraggio Camilla: “Non potremmo desiderare un capitano migliore, veramente. E’ sempre presente, in tutti i momenti”. “E poi – continua Alessia – sa equilibrare bene il bastone e la carota, sa incoraggiarci ma anche rimproverarci quando il lavoro non funziona come deve”. Martina conclude il coro unanime: “Tutto questo sia dentro la palestra che fuori”.
E mentre a Londra 2012 la Pagnini già volteggiava in pedana, loro sognavano un traguardo prestigioso come i Giochi Olimpici. Il 19 agosto segnerà per tutte e quattro l’esordio in questa competizione, difficile spiegare a parole la realizzazione di un sogno: “E’ una grandissima emozione, ancora non ci credo – confessa la Patriarca – non riesco a realizzare cosa sto per andare a fare. Sicuramente ci metterò tutto l’impegno, abbiamo lavorato duramente nell’ultimo quadriennio”. Le fa eco la Maurelli, una ragazza “solare e sempre allegra” come la descrivono le sue compagne: “Anche per me è il coronamento di un grandissimo sogno già lo è essere nel giro della Nazionale. E’ un motivo di grandissimo orgoglio poter rappresentare l’Italia in una competizione così bella e importante come l’Olimpiade”. Poi racconta la Centofanti, figlia d’arte dell’ex calciatore dell’Inter: “Mi ricordo quando nel 2012 vedevo il pullman con gli atleti olimpici girare per Roma, e adesso che ci sono dentro anche io sono davvero emozionata. E’ veramente un grande onore poter gareggiare con questa squadra”.
Scaramantiche fino al midollo, “merito” del capitano e dei piccoli riti a cui la squadra non rinuncia prima di scendere in pedana, le Farfalle non si sbilanciano sugli obiettivi a Rio 2016: “Come prenderemmo un giù dal podio? Dipende da che tipo di gara faremo – spiega la Patriarca, “la grande lavoratrice” del gruppo – Se saremo comunque contente della nostra prestazione, andrà comunque bene”. Rincara la dose la Maurelli: “Noi andiamo in Brasile per fare una bella prova, poi se arriverà la medaglia ben venga. Altrimenti ci sarà la soddisfazione personale di aver tirato fuori tutto quello per cui abbiamo lavorato”.