Torna a parlare Gerhard Brandstaetter, l’avvocato di Alex Schwazer, all’indomani della decisione del Tribunale Arbitrario dello Sport di Losanna che ha rigettato la richiesta di sospensione del ban del campione altoatesino, ma che ha fissato a breve un’udienza con la parti in causa, IAAF ed atleta, lasciando vivo uno spiraglio di luce per il marciatore.
Questo il suo racconto: “Siamo fiduciosi per il ricorso, le speranze dopo ieri sono leggermente aumentate. Entrare nel merito della vicenda in così poco tempo non è facile. Se i giudici del TAS vogliono che portiamo la prove del sabotaggio della provetta non c’è abbastanza tempo. Abbiamo visto in questi giorni come la commissione indipendente della Wada c’abbia messo oltre due anni per dimostrare l’alterazione delle provette dei Giochi di Sochi 2014. In questi giorni abbiamo fatto miracoli a presentare diversi ricorsi prima al Tribunale nazionale antidoping, poi per la richiesta di sospensiva presentata al TAS ed ora stiamo lavorando per presentare quest’ulteriore ricorso a Losanna in vista dell’udienza di fine luglio, stiamo lavorando a testa bassa e speriamo ne valga la pena. Noi vogliamo puntare sui dati degli ultimi 15 mesi in cui Alex, in tutti i controlli, è sempre stato negativo, e le prove ematiche fatte dallo staff di Sandro Donati. Tutto perfetto, come confermato anche dalla IAAF, tranne questo test positivo di gennaio. Insisteremo sul fatto che non ha senso prendere una microdose, non arrecherebbe nessun vantaggio. Il ragazzo è logorato e molto provato, sta continuando ad allenarsi ma la testa chiaramente non è serena. Gli ha fatto male l’attacco di inaudita violenza che la IAAF ha sferrato prima di tutto nei confronti di Donati e poi nei suoi“.