DA RIO DE JANEIRO
È stanco, Niccolò Campriani, chiamato all’ennesima impresa olimpica. Stanco, anzi “cotto”, perché ogni gara è una sofferenza, anzi “un trauma, simile a un incidente, anche se io non ne ho mai avuti”. Lui di gare a Rio de Janeiro ne ha già fatte due, un oro e un settimo posto, maa bisogna mettere in conto anche le gare da primo tifoso della fidanzata Petra Zublasing, forse addirittura peggiori dal punto di vista dello stress nervoso: “Sugli spalti avevo i giramenti di testa – ha confessato il tiratore fiorentino parlando della finale tre posizioni in cui Petra ha accarezzato a lungo l’oro prima di ritrovarsi in mano un legno – Sono proprio ‘arrivato’ a livello di energie nervose, sono veramente cotto”.
Venerdì nella carabina a terra, la gara per lui meno congeniale, Campriani non ha deluso, con un settimo posto finale dopo una partenza a rilento, perché – come ha sottolineato lui stesso – ai Giochi in fondo “conta più la testa della tecnica”. E Niccolò ora è stanco, tanto da non escludere neppure il ritiro al termine dell’Olimpiade di Rio (trovate le sue parole A QUESTO LINK).
Prima, però, c’è la carabina tre posizioni, la gara che gli regalò la medaglia d’oro all’Olimpiade di Londra 2012. Ora, per sua stessa ammissione, le cose sono un po’ cambiate, perché “nell’ultimo anno ho fatto un po’ fatica”. Il ritorno alla carabina utilizzata a Londra ha rimesso un po’ le cose apposto negli ultimi mesi, ma per bissare la medaglia d’oro conquistata qui a Rio nell’aria compressa Campriani ha un’altra arma segreta: l’aiuto di Petra. Psicologico, senza dubbio, ma anche “materiale”.
“Utilizzerò la sua carabina – ha spiegato il tiratore fiorentino – perché negli ultimi anni stiamo facendo fatica con i materiali, in particolare con la meccanica. Non riusciamo a trovare un accoppiamento ottimale munizioni-canna, una combinazione fondamentale: perché, con una carabina non perfetta, magari tiri da 10.8 e il colpo va nel 10.5. Solo la carabina di Petra è fantastica, ecco perché domenica utilizzerò la sua”.
Per vincere una medaglia contro l’amico Matthew Emmons, che gli ha prestato la carabina per la gara a terra “ma ovviamente non potrò chiedergliela per sfidarlo nella tre posizioni”, servirà una prestazione perfetta, un po’ come ha sparato Petra in piedi giovedì scorso. “Ha fatto qualcosa di strepitoso – ha riconosciuto Campriani – una gara da campionessa olimpica, il format l’ha penalizzata ma per me resta la più forte e arriverà il suo momento. Io, comunque, non credo di essere in grado di sparare in piedi come lei”. Eppure l’ha già fatto, Niccolò. Domenica deve riuscirsi di nuovo, dimenticando la stanchezza.