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Da dominatrice assoluta della prima parte di stagione, a desaparecida nelle ultime settimane. Ora, però, il percorso di avvicinamento della campionessa del mondo di ciclismo femminile Elizabeth “Lizzie” Armistead all’Olimpiade di Rio 2016 è molto più chiaro. La britannica, che si era vista per l’ultima volta al Giro Rosa (dal quale si era ritirata l’8 luglio) è stata sospesa pochi giorni dopo dall’agenzia britannica antidoping per aver saltato 3 controlli senza che la notizia venisse resa pubblica. L’iridata ha fatto immediato ricorso al Tas, che ha accolto la sua richiesta, dandole il lasciapassare per Rio.
Il tribunale arbitrale dello Sport ha dato ragione alla ciclista britannica, riconoscendo un errore procedurale nel primo dei tre controlli saltati, risalente al 20 agosto 2015. In quel caso l’ispettore preposto non avrebbe fatto alcun tentativo per contattare la ciclista, che si trovava in un albergo svedese con la sua squadra. Il secondo è poi del 5 ottobre, il terzo del 9 giugno 2016: in entrambi i casi l’argento olimpico a Londra 2012 si assume la piena responsabilità della mancata reperibilità, a causa di una dimenticanza durante la compilazione del sistema gestionale Adams e a causa di un cambio repentino per gravi problemi familiari.
Lizzie Armistead potrà dunque tornare a gareggiare a partire dalla prova in linea di Rio di domenica, dove è una delle favorite per la medaglia d’oro. “La questione è di carattere amministrativo – ha comunicato la britannica in una nota – È il risultato del fatto che l’Ukad non ha seguito le procedure corrette e non ha fatto tutti i tentativi per contattarmi, nonostante avessi dato chiare indicazioni. Comunque sono stata testata in competizione il giorno dopo aver saltato il controllo, rafforzando la mia posizione: non ho barato e non avevo alcuna intenzione di sottrarmi al test”.