Un fulmine a ciel sereno. Vincenzo Abbagnale rischia di saltare i Giochi Olimpici di Rio 2016 per non essersi presentato a un controllo antidoping. Non un caso di doping vero e proprio, ma una vicenda che con esso potrebbe centrare: c’è di mezzo la reperibilità dell’atleta. A rendere nota la storia è stato Giuseppe Abbagnale, storico canottiere italiano, presidente della Federcanottaggio e padre di Vincenzo. “Per una questione di trasparenza abbiamo voluto essere noi, come federazione, a dirlo” ha dichiarato in una intervista al Mattino.
Cosa è successo?
“Vincenzo ha saltato tre controlli, l’ultimo lo scorso febbraio. La normativa non consente equivoci: ora rischia una sanzione che gli farebbe saltare i Giochi Olimpici in Brasile, i primi della sua carriera. E’ stata un’ingenuità e lui ha pure delle attenuanti, ma il regolamento non fa sconti: potrebbe rimediare da uno a due anni di squalifica”.
Serve una ricostruzione dei fatti a questo punto.
“Nelle due precedenti occasioni Vincenzo era in raduno con la squadra, a uno di questi c’ero anche io. La prima verifica è stata mancata per una dimenticanza, la seconda perché il nuovo sistema gestionale, la cosiddetta piattaforma Adams, non ha confermato la segnalazione del posto in cui si trovava. Quindi ecco il terzo appuntamento fallito, causato, secondo quanto ha raccontato mio figlio, anche un piccolo incidente stradale che ne ha ritardato l’arrivo sul luogo concordato con la commissione controlli antidpoing del Coni”
Cosa ha provato quando ha fatto pubblicare la notizia sul sito federale?
“Ho immaginato che avrei scatenato un putiferio. Così è avvenuto e adesso non so se devo pentirmi o meno”
In che senso?
“Potrei aver agito per eccesso di trasparenza. Magari la procura antidoping non troppo severa e tutto si risolverà in una bolla di sapone: in fondo nell’ultimo incidente ballano 10-15 minuti di differenza. Pure il diavolo ci ha messo lo zampino: c’era un incidente sulla Pontina, la strada che doveva percorrere per raggiungere Sabaudia entro un’ora dalla telefonata di convocazione”.
Sembrano parole da padre più che da dirigente.
“Anche da padre non posso permettermi una cosa del genere: c’è di mezzo il nome degli Abbagnale. Vincenzo mi ha fatto arrabbiare e non sapete quanto: non potevo tenerlo per me, volevo che tutto fosse pubblico”.
Anche la Federazione deve risultare al di sopra di ogni sospetto.
“Appunto: ci tengo alla sua reputazione; ci tengo, soprattutto, che non nascano illazioni. Infine ammetto che non sono giustificabili nemmeno le giustificazioni. Il suo iPhone non interagisce a dovere con la piattaforma Adams? Se lo sai ti regoli per tempo e non ti fai sorprendere”.
Ha parlato con Vincenzo dopo aver resa nota la vicenda?
“Gli ho detto che è un immaturo. Gli ho aggiunto, a muso duro, che si fotterà i Giochi. Ma è giusto così, non è pronto per un evento del genere”.
In attesa degli eventi suo figlio continuerà ad allenarsi. Lui ha ribadito di essere pulito, anche alla luce dei 13 controlli superati nel 2013.
“Sul doping sono più che talebano. Se avessi il minimo dubbio che Vincenzo non è a posto, non lo farei sanzionare solo sul piano sportivo, ma lo manderei in galera oggi stesso”.