La crisi di governo in Brasile si fa sempre più calda mentre i Giochi Olimpici in programma a Rio de Janeiro sono sempre più vicini. L’Olimpiade inizierà il prossimo 5 agosto, ma nel frattempo la struttura politica verdeoro continua a perdere pezzi. L’instabilità che ha colpito il governo presieduto da Dilma Rousseff ha estromesso due ministeri chiave nell’organizzazione di Rio 2016. Infatti dopo la rinuncia del ministro dello Sport, lunedì notte è arrivata anche quella del ministro del Turismo Henrique Eduardo Alves e del suo partito, il Movimiento Democratico Brasileno, pronti a lasciare il governo brasiliano. “Le condizioni del paese mi mettono nelle condizioni e mettono nelle condizioni il Mdb in cui milito da 46 anni di fronte alla sfida più grande: quella di scegliere la nostra strada sotto la guida di un compagno di tante lotte come Michel Temer”. Così ha fatto sapere l’ormai ex capo del dicastero del Turismo, riferendosi al vicepresidente della Repubblica, al momento miglior alleato della Rousseff ma pronto a voltarle le spalle togliendo la fiducia all’esecutivo.
Appena qualche giorno fa, lo scorso 23 marzo, e a soli cinque mesi dall’inizio dei Giochi Olimpici, si era dimesso il ministro dello Sport George Hilton del Partito repubblicano brasileno. Quest’ultimo ora potrebbe essere sostituito da Ricardo Leyser del Partido Comunista de Brasil, attuale segretario esecutivo del dicastero, in modo da garantire una continuità operativi in vista dell’imminente Olimpiade. Tutto ciò si inserisce in un contesto non proprio roseo visto che domenica 13 marzo in 17 stati brasiliani la popolazione é scesa in strada a manifestare contro il governo a causa della situazione economica nella quale versa attualmente il Brasile. Una tempesta dovuta a una serie di fattori: crisi economica, corruzione, crisi politica del governo Rousseff, oltre al virus Zika.