Non tutte le favole hanno un lieto fine. Ci sono delle volte in cui il cuore non basta, volte in cui la passione e la tenacia non sono sufficienti. L’Italia di Ettore Messina, che è partita da lontano e si è fermata troppo presto, lo sa. L’Italia di Ettore Messina, malgrado un gruppo straordinariamente unito e un sogno immensamente grande, non è riuscita a superare l’ostacolo più importante. Finisce con un pugno di mosche in mano la cavalcata degli azzurri, superati dalla Croazia nella finale del preolimpico di Torino. 84-78 il punteggio finale.
Blackout – C’è qualcosa di magico negli occhi degli azzurri. Al PalaAlpitour si respira la tensione, ma anche la determinazione. Messina, che opta per un quintetto più aggressivo, non trova immediatamente le risposte: Simon apre le danze con una tripla e la difesa azzurra riesce a fatica a contenere i ritmi altissimi degli uomini di Petrovic, perché l’unico a tenere botta sotto le plance è Marco Cusin. Gentile tiene offensivamente a galla i suoi con 6 punti nei primi 6 minuti, anche se in mezzo c’è uno stop di 23 minuti, ma non può nulla a causa dello scarso apporto degli altri. Alla fine del primo quarto l’unico tabellone funzionante dice 19-12, con la Croazia perfetta dalla lunetta (7/7) e l’Italia in difficoltà in tutte e due le metà campo. Sulla falsariga dei primi 10 minuti, Bogdanovic e Planinic azzannano la partita e portano il +11 (28-17) prima che sia Danilo Gallinari a salire in cattedra. L’ala piccola dei Denver Nuggets guida la primi mini-rimonta e serve l’assist ad un Daniel Hackett cinico a far tremare la retina per il 30-31. Bogdnavovic si rivela ancora una volta l’uomo della verità e, nuovamente, riporta la Croazia avanti di 5 (37-32) e di 7 (39-32). Belinelli, sulla sirena, ammorbidisce il parziale.
La favola – Si entra in un’altra dimensione. Una dimensione dove tutto è necessario e nulla indispensabile, dove Gallinari trova il ferro con un fallo e Datome inventa il tiro del pareggio dalla media. Il “Gallo” porta, per la seconda volta nell’incontro, gli azzurri in vantaggio e chiude in maniera epica l’iniziale parziale di 8-0. La Croazia non ci sta e spegne subito le speranze di fuga azzurra, poi trova un nuovo parziale con Saric e Ukic per il 50-44. L’Italia continua a faticare, la Croazia continua a premere sull’acceleratore, Datome limita i danni con la tripla che sulla terza sirena dà il 54-52.
Ultimo giro – L’Italia va miracolosamente avanti, poi si spegne. Gli uomini di Ettore Messina sono confusi, non riescono a far girare la palla, attaccano in maniera superficiale e non trovano a forza per smuovere il punteggio dopo il 55-54 di inizio ultimo quarto. Il parziale croato, guidato sempre da Bogdanovic e Saric, si concretizza fino al 63-55 e Il contro-mini-parziale azzurro di 4-0 viene vanificato a metà da Planinic.
La riscossa – Gli azzurri, con le spalle al muro, reagiscono nella migliore delle maniere. Marco Belinelli si prende la responsabilità di una tripla senza coscienza e Daniel Hackett si butta in area senza paura: 64-65. Nella bolgia del PalaAlpitur di Torino, Il Gallo sale di nuovo in cattedra e serve un cioccolatino dolcissimo a Melli, bravo a schiacciare per il 66-65 Italia. Con 1’42’’ sulla sirena Simon fa 2/2 dalla lunetta e riporta la Croazia avanti in un momento di fondamentale importanza, ma Belinelli lo emula e il vantaggio è nuovamente azzurro. Negli ultimi 50’’ succede di tutto: Bogdanovic trova il fade-away del terzo vantaggio in 30’’ e Belinelli, che attacca due volte a testa bassa, non trova mai la retina. La Croazia, in una disperatissima transazione, fa 1/2 dalla lunetta (70-68) e a 21’’ dalla fine sogna le Olimpiadi.
Belinelli aspetta la ricezione, si butta dentro e ancora una volta trova solo il ferro. Per sua fortuna, e per fortuna dell’Italia, c’è Nicolò Melli a mettere il tap-in del pareggio. Con poco più di 5’’ sul cronometro è Bogdanovic a provare il tiro della vittoria, tiro che trova il ferro, tiro che fa da preludio ad un tentativo disperato di Aradori dalla metà campo azzurra che quasi entra.
Overtime – Il mini-break di 5-0 della Croazia è fondamentale. Aradori brucia la retina con la tripla del -2 (73-75) ma poi ne sbaglia due di fila. Bojan Bogdanovic diventa per l’ennesima volta l’uomo decisivo, con la tripla dell’80-76 che sulla sirena dei 24’’ vuol dire vittoria, perché dopo il 2/2 di Belinelli dalla lunetta arriva il sanguinoso errore di Alessandro Gentile in transizione. Finisce il sogno olimpico, a Rio ci va la Croazia.