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Basket, Datome: “Andare all’Olimpiade sarebbe una grande opportunità”

Gigi Datome, Fenerbahce - Foto profilo ufficiale Instagram

L’Italia del basket è pronta, il torneo Preolimpico è l’ultima occasione per volare all’Olimpiade di Rio. Lo sanno bene i ragazzi di Ettore Messina che non possono permettersi passi falsi. La nazionale azzurra è in ritiro a Bologna, dopo una mattinata trascorsa tra sala pesi e parquet, gli Azzurri hanno sostenuto una seduta di allenamento anche questo pomeriggio.

A suonare la carica è Gigi Datome, uno dei senatori dello spogliatoio: E’ sempre bello tornare in Nazionale. Con Messina ci stiamo conoscendo sul campo ma l’idea è quella di difendere alla morte e passarci la palla. Cercheremo di fare cose intelligenti senza badare alla pressione che potremmo avere giocando in casa. Abbiamo una grande carica e daremo tutto come sempre per fare risultato. Nel Fenerbahce c’erano tanti talenti a lavorare per la squadra e anche qui in Nazionale dovremo fare lo stesso. Andare a Rio sarebbe una grande opportunità per tutti: per me personalmente, per questa squadra che lo merita e per tutto il movimento. Per quanto riguarda la mia stagione in Turchia devo dire che in squadra c’è stato un grande clima con una grande squadra e un grande staff. Lì ogni palla conta e ogni scelta conta. Il risultato è una somma di episodi e chi fa meno errori vince. In Italia non ci sono più i budget di una volta e il livello è più basso ma c’è ancora tanta passione e un campionato che fino alla fine è interessante e incerto”.

Gli fa eco Nicolò Melli, stella del Bamberg. “Abbiamo pochi giorni per prepararci e arrivare in forma per staccare il pass per Rio. Il Preolimpico è un torneo strano, se incappi in una giornata storta sei fuori. Servirà anche fortuna ma la strada tracciata è buona. Sono arrivato ieri e ci sarà modo in questi giorni per entrare nei meccanismi: mi adatterò a quello che serve cercando di dare sempre il mio contributo. Andando a Bamberg ho fatto una scelta molto precisa e non me ne sono pentito. Sapevo che Andrea (Trinchieri, n.d.r.) faceva del 4 un play aggiunto. Mi sono sentito al centro del progetto e oggi sono un giocatore più completo. Ho sentito la fiducia dell’ambiente e ho lavorato sodo. Dovremmo esportare di più il modello italiano all’estero, ma dovremmo farlo con metodo e non a caso: scegliere la situazione giusta. Poi non sempre si può vincere. Cosa mi è mancato dell’Italia? Le tagliatelle al ragùanche se mia madre, ogni volta che veniva a trovarmi, non mi ha fatto mancare nulla!”.

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