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Il doping è stato purtroppo uno dei drammi di questa Olimpiade di Rio. Un dramma capace di scatenare un’ondata di isteria e sospetti su prestazioni straordinarie. Ha fatto discutere ieri il record mondiale (29’17″45) dell’etiope Almaz Ayana, neo campionessa olimpica dei 10.000 metri donne, che ha stracciato il precedente primato della cinese Wang Junxia stabilito nel ’93 (29’31″78).
La brasiliana Tatiele Carvalho lo ha definito “un tempo da suomo” mentre la svedese Sarah Lahti commenta la gara con parole che sanno di accusa: “Rivedendo le immagini e la sua espressione facciale, si nota che Ayana semplicemente corre, mentre le altre si dannano. Non sto dicendo che non sia pulita, ma dei sospetti mi vengono: le viene tutto troppo facile“.
La Ayana si è difesa così: “Io ringrazio Dio perché mi dà tutto. Il mio doping è Gesù e poi il fatto che lavoro e mi alleno molto. Aver fatto anche il record mondiale è fantastico, così come lo è stato aver corso assieme a colei che mi ha preceduto, Tirunesh Dibaba, che mi ha trasmesso coraggio e l’energia per non sprecare quest’opportunità“.