Il debutto ad Eugene, sempre in Diamond League, aveva segnato per Alessia Trost il miglior esordio all’aperto della sua giovane carriera, nonostante una misura che sentiva di poter migliorare agevolmente. Ieri ad Oslo, però, le condizioni avverse hanno messo i bastoni tra le ruote non solo della friulana, ma di tutte le ragazze che stanno tentando di salire verso misure più competitive in vista del campionato europeo di Amsterdam e, soprattutto, dell’Olimpiade di Rio.
“È stata una gara terrificante e io sono senza parole”, ha ammesso a poche ore dalla fine della gara la Trost: “perché va bene che vada male, ma non fare nemmeno 1.90m, anche se in condizioni pessime, lo reputo malissimo”.
La gara è stata vinta dall’esperta spagnola Ruth Beitia, che aiutata anche da un pizzico di fortuna è stata l’unica a valicare l’asticella a 1.90m, dopo che tutte le avversarie più temibili erano già uscite di scena a 1.85m.
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“Praticamente, ci siamo scaldate normalmente sotto il sole e in maniche corte, tanto che io ho fatto 1.85m in riscaldamento e in completa scioltezza,” ci ha rivelato la pordenonese: “poi invece abbiamo iniziato la gara e andato giù il sole la temperatura è crollata, sono iniziate raffiche di vento molto forte e tutte ci siamo trovate in grandissima difficoltà. Detto questo, anche considerando tutte le condizioni avverse, tra cui troppe gare in mezzo, ad esempio l’asta in mezzo alla nostra pedana, non fare almeno 1.90m è una grande delusione, perché 1.85/1.90m sono misure da allenamento”.
In questo 2016, tra l’altro, anche le regie internazionali sembrano bistrattare i concorsi, con grandi lamentele da parte di tutti gli appassionati: a Roma, durante il Golden Gala, solo le telecamere esclusive della RAI hanno consentito di seguire il salto in alto maschile, totalmente ignorato durante l’evento di Birmingham, dove anche il salto in lungo non è stato seguito nonostante l’idolo locale Greg Rutherford. Anche ieri sera ad Oslo poco da fare e da vedere, con la regia che ha dedicato alla gara dell’alto femminile solo due salti in differita: quello vincente a 1.90m della Beitia e l’ultimo errore della spagnola, già vincitrice, a 1.93m.
“L’unica ‘consolazione’, se così si può dire, è che siamo andate male veramente tutte”, ha ironizzato la Trost: “perché una gara di Diamond League che viene vinta con 1.90m, fatto da una sola ragazza, è veramente imbarazzante”.
La serata negativa di Oslo però non ha tolto l’ottimismo ad una delle punte dell’atletica azzurra, che, conscia dell’ottimo lavoro fatto a partire dal rientro dal brutto infortunio della scorsa estate, ora vuole tornare alle misure che le competono, forse già a partire dal meeting di Stoccolma tra sei giorni.