Un video in macchina e un messaggio criptico. Così Tyson Fury ha voluto annunciare al mondo la decisione di ritirarsi dalla boxe. “Ciao a tutti, sarò breve e dolce. Vorrei annunciare il mio ritiro dalla boxe”, ha esordito Fury. Pochi secondi, diciotto, troppo pochi, forse anche un p0′ sospetti, per un annuncio così importante da parte di un ex campione del mondo dei pesi massimi che nel bene e nel male ha scritto pagine di storia recente della nobile arte. Già nel 2022 il Gypsy King disse al mondo di voler appendere al chiodo i guantoni, ma pochi mesi dopo salì sul ring per affrontare Dereck Chisora. Insomma, un po’ di scetticismo sul secondo annuncio di un ritiro imminente è lecito quando si parla di Tyson Fury, reduce dalla sconfitta (da lui contestata) ai punti contro Oleksandr Usyk, che si è aggiudicato anche la rivincita dopo aver unificato, nel maggio 2024, le cinture della divisione regina. Una doppia sconfitta – le prime due della sua lunga carriera – che avrebbero spinto Fury a dire basta. “È stato fantastico, ho amato ogni singolo minuto e voglio concludere con questo: Dick Turpin indossava una maschera”. Un riferimento, quello al brigante Turpin, vissuto nel ‘700, poco chiaro e che, secondo qualcuno, cela l’intenzione, mascherata dalla delusione della recente sconfitta, di tornare presto sul ring.
Trentasei anni, alto 2,06 metri, un fisico tanto diverso dallo scultoreo Anthony Joshua, il rivale designato, tante volte sfidato a parole, ma mai affrontato sul ring dopo una serie di rinvii per quello che in Gran Bretagna sarebbe stato l’evento più seguito degli ultimi anni. Nonostante la stazza, Fury è spesso riuscito ad essere un pugile indecifrabile sul ring, grazie ad una velocità di busto che sembra in un primo momento stonare con le sue misure. La sua carriera iniziò nel 2008 e rischiò di interrompersi dopo la storica vittoria su Wladimir Klitschko per problemi personali legati all’alcolismo e per una lunga squalifica per doping. Dopo un’assenza di tre anni, Fury tornò sul ring e vinse due incontri consecutivi, che gli permisero di ottenere la chance iridata contro Deontay Wilder. Contro lo statunitense, dotato di una potenza di colpi con pochi precedenti nella storia della boxe, Fury diede vita ad una trilogia che gli sorrise con due vittorie e un pareggio. Con il titolo WBC, difeso con successo tre volte, arrivò a sfidare Oleksandr Usyk, detentore dei titoli IBF, WBA e WBO, per la storica unificazione dei titoli dei pesi massimi, che non si era mai verificata nell’era delle quattro cinture. A vincere fu Usyk in entrambi gli incontri tra le polemiche di Fury, che ora sembra destinato al ritiro.
L’unica motivazione che potrebbe spingere Tyson Fury a tornare sul ring è un derby britannico come quello contro Anthony Joshua. Dopo il successo su Pulev nel 2020, Joshua avvisò il rivale: “Voglio una sfida. Non riguarda l’avversario. Riguarda l’eredità e la cintura. Voglio affrontare chiunque abbia la cintura. Se quello è Tyson Fury, che sia Tyson Fury. Non è un grosso problema”. Fury rispose sui social: “Beh, ecco qua, Anthony Joshua si è appena fatto la cacca addosso in diretta televisiva. Gli è stato chiesto se voleva combattere, e lui si è esposto. Voglio combattere! Voglio combattere il prossimo! Lo metterò KO in tre round! È un gran fannullone. Non vedo l’ora di metterlo KO”. Un accordo sembrò essere stato raggiunto per il 2021, con tanto di annuncio di Eddie Hearn, ma alla fine non se ne fece nulla. Un super derby a Wembley potrebbe essere il grimaldello giusto per scardinare i desideri di ring del Gypsy King.