Nel 2006 agli Europei di pugilato di Plovdiv – conclusi con un bronzo – il 19enne Oleksandr Usyk era un peso medio. Diciotto anni dopo l’ucraino dovrà difendere le cinture WBC, WBA, WBO dei pesi massimi con 25 kg in meno del suo rivale, Tyson Fury, già sconfitto nel primo match per split decision. Alla Kingdom Arena di Riyadh è già tutto pronto e alla vigilia del combattimento i due pugili si sono sottoposti alle operazioni di peso: Fury, interamente vestito sulla bilancia con tanto di pesante giacca di pelle, ha fatto registrare 127 kg, 8 in più del precedente match. Usyk, anche lui vestito, si è fermato a 102 kg, poco in più rispetto all’incontro dello scorso maggio.
La differenza era prevedibile: Fury punterà molto di più sul gap fisico, provando a logorare Usyk nei clinch facendo sentire tutto il suo peso sulle spalle dell’ucraino che nel primo match però riuscì a dribblare bene ogni tentativo di ‘abbraccio’ in avanti da parte del britannico. Quella dei clinch peraltro è una strategia che funzionò bene per Fury in occasione dei match contro Deontay Wilder ed è questa la strada che tenterà di seguire contro Usyk. Anche se quello contro l’ucraino si preannuncia essere un percorso ricco di ostacoli. “Tecnicamente Usyk è molto più bravo di Fury – ha detto Francesco Damiani ai nostri microfoni -. Lo conosciamo, ha vinto le Olimpiadi. L’unica cosa che potrebbe contrastare la sua qualità è la fisicità di Fury che è un vero peso massimo. L’ucraino viene dai mediomassimi, poi ha fatto i massimi leggeri. Credo che Usyk sia leggermente favorito. Un 60%-40%”. In quel 60% contano tanto i 127 kg, che il Gypsy King proverà a far sentire nelle fasi ‘sporche’ dell’incontro. Senza dimenticare l’altezza: 202 cm 191 cm. Madre Natura ha sorriso a Fury, ma il primo match ha dimostrato che per battere Usyk bisognerà affidarsi anche a talento e qualità. Sotto quegli aspetti, sulla carta, l’ucraino non ha rivali.
Intanto, entrambi sembrano voler nascondersi. Dopo il faccia a faccia di undici minuti di ieri e il peso da vestiti, Usyk e Fury sono apparsi ancora più glaciali davanti alla stampa. L’inglese se n’è andato senza rilasciare un commento dopo le operazioni alla bilancia, mentre alla domanda su come si sentisse, Usyk ha semplicemente risposto: “Niente da dire”. Fin qui la rivalità non ha avuto picchi mediatici. Usyk è schivo e rispettoso e Fury fatica a prendergli le misure anche fuori dal ring. In caso di vittoria del britannico domani sera (o di pareggio), però, servirà un terzo match per chiudere la faccenda. Una possibile trilogia in più in un elenco che conta capitoli storici come Ali-Frazier, Gatti-Ward e Canelo-Golovkin. Servirà un passo falso di Usyk però, cioè di un “genio dal punto di vista tattico”, come l’ha definito Giovanni De Carolis. L’eredità dell’ucraino, in caso di vittoria, invece entrerebbe nel mito. Con un’altra vittoria diventerebbe complicato non inserire il suo nome nell’elenco di leggende di pesi massimi come Mike Tyson, Muhammad Ali, George Foreman e Joe Louis. Campione olimpico, campione unificato dei pesi massimi leggeri, campione unificato dei pesi massimi, Usyk punta a ritirarsi da imbattuto come solo un altro massimo ha fatto in carriera, Rocky Marciano. Prima però dovrà ‘dribblare’ i clinch e la boxe sporca del Gypsy King.