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Irma Testa, medaglia di bronzo nel pugilato ai Giochi di Tokyo 2020, si è raccontata ai microfoni di ‘Famiglia Cristiana‘ in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’atleta, protagonista del progetto della Onlus ActionAid ‘Squadra del cambiamento’, volto a promuovere il contrasto alla violenza sulle donne e alla dispersione scolastica, ha raccontato la sua storia: “Vivevo nel quartiere periferico di Torre Annunziata ed ero una bambina ambiziosa. Lì le ragazze studiavano fino alle medie, poi trovavano un uomo e si occupavano di badare alla famiglia. Non mi piaceva ma fino a una decina d’anni fa era così, mentre ora è diverso. Nel mio caso lo sport mi ha dato un lavoro e l’opportunità di allargare i miei orizzonti. Ma soprattutto mi ha permesso di capire che nella vita c’è sempre un’altra strada. La mia alternativa è stata il ring“.
Irma Testa ha poi sfatato un mito relativo ad una pugile come lei: “Nella vita reale non saprei mai dare un cazzotto a qualcuno senza guantoni, né contrastare fisicamente un uomo. La boxe non è una tecnica di difesa personale“. Infine, la 23enne ha rimarcato l’importanza dello studio: “Mi è capitato di frequentare persone interessanti ma non sapevo dire la mia e me ne restavo in silenzio in un angolo. La verità è che se non sai nulla e non sei in grado di contraddire, rischi di credere a tutto ciò che si dice“.
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