Il nuovo direttore tecnico della Nazionale italiana di pugilato, Giovanni De Carolis, ha presentato quelli che saranno i punti cardine della sua direzione nel quadriennio verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028. L’ex pugile romano, ritiratosi ufficialmente lo scorso ottobre, è intervenuto nel corso di una diretta Instagram sul canale ufficiale della Fip. “Sono super onorato di poter far parte di un gruppo così – ha esordito De Carolis -. Ovviamente conosco bene tutte le responsabilità e le difficoltà che posso che troverò, però come quando combattevo in incontri proibitivi, sono molto carico; ho sempre avuto una grande passione per questo sport e soprattutto ho sempre visto la nazionale come il tempio dove i giovani devono cercare di esprimersi, e poter contribuire nel loro percorso da atleti di livello per me è un grandissimo onore“.
De Carolis e il suo lavoro al fianco dei tecnici delle società italiane
De Carolis intende lavorare a stretto contatto per quanto possibile con tutti gli allenatori delle società italiane: “Ho avuto una carriera dilettantistica breve, però ho frequentato le palestre per vent’anni ho sempre visto un po’ di distanza con la nazionale. Questo non per mancanza di dialogo, ma forse di collaborazione: di fatto i tecnici sono quelli che formano i pugili, ma non tutti hanno lo stesso atteggiamento nei confronti del direttore tecnico della nazionale. Quindi bisogna creare un’apertura e far conoscere l’operato e la programmazione a livello di allenamento e di attività. Poi è importante anche avere dei riscontri, dare la possibilità di vedere gli allenamenti in presenza o eventualmente in streaming, per mostrare agli allenatori quello che stiamo facendo. Noi dobbiamo mettere i ragazzi nelle condizioni migliori: il pugile che in quel momento sta meglio fisicamente e tecnicamente deve avere la sua chance di partecipare al torneo, quindi non è detto che sia sempre lo stesso. Con questo non sto dicendo che ci saranno molti cambi, ma ognuno deve giocarsi le sue carte e mettersi in gioco ogni volta. Questo metterà nelle condizioni tutti i pugili di poter dire la loro, e a noi di trovare ragazzi validi oltre quelli che già abbiamo; in aggiunta permette anche di alzare il livello dal punto di vista mentale, perché non c’è la certezza di avere il posto garantito“.
Il metodo di lavoro che intende instaurare De Carolis
Il dt della Nazionale prosegue: “In questa prima fase noi dobbiamo collaudare il mio modo di lavorare con i ragazzi che stanno all’interno questa convocazione. È una prima convocazione che dipende in parte dai risultati nei campionati italiani e in parte da chi già c’era. Io andavo sempre a ricercare sparring di livello perché mi consentivano di crescere e anche di vedere se ero pronto per fare il combattimento. Noi abbiamo bisogno di fare questo con i nostri ragazzi qui in Italia. Il livello di un ragazzo si valuta anche e soprattutto vedendo gli sparring di persona con gente di pari livello ed esperienza (sia italiani che internazionali). I ragazzi devono spingere il più possibile al di là del risultato. Ad esempio io persi anni fa con Arthur Abraham, ma fu una sconfitta che mi lanciò a livello internazionale“.
Poi sui risultati: “Il risultato è necessario per certi aspetti, però non si può raggiungere subito. Poi anche le vittorie vanno misurate, perché si deve valutare chi sono gli avversari: se io faccio 10 match con 10 ragazzi di basso livello e li vinco, agli occhi dell’opinione pubblica magari sono un grande campione, ma gli addetti ai lavori sanno benissimo qual è la realtà. Viceversa se in 10 match ho perso quattro volte, ma con teste di serie o campioni del mondo o d’Europa, è ben altra cosa. Bisogna quindi analizzare anche quello, senza farsi trascinare troppo dai numeri e dai risultati. Secondo me è importante andare a esaminare quest’aspetto dapprima con i raduni con i ragazzi, poi con gli allenamenti con le altre nazioni e infine con i tornei. Noi prendiamo dei ragazzi che sono già formati perché i loro maestri hanno fatto un grande lavoro e se sono lì lo meritano, ma noi dobbiamo essere bravi a metterli nelle migliori condizioni di fare le loro esperienze e auspicando di trovare i migliori risultati“.
Il punto di De Carolis sugli allenamenti
Il nuovo dt ha parlato anche degli allenamenti: “A livello pratico, il primo giorno sarà di valutazione: ci sarà una doppia giornata di test e già in base a quelli riuscirò a capire parecchie cose. Come ho già preannunciato ai maestri e ai ragazzi, questi test non sono dei test d’ingresso, ma sono delle valutazioni che mi servono per monitorare il loro lavoro durante questo raduno; poi durante i prossimi raduni ce ne saranno degli altri, quindi è già una raccolta dati. Dal giorno seguente abbiamo già programmato una serie di allenamenti, dove faremo delle sedute tecnico tattiche, ovviamente fissate rispetto alle valutazioni precedenti. Il lavoro è quindi preciso per ogni ragazzo, e andremo a strutturare il lavoro anche rispetto ai calendari della World Boxing, che prevedono per marzo i primi appuntamenti importanti“.