La boxe italiana cerca il suo Sinner. E poco importa se non sarĂ riservato e umile come il numero 1 del tennis mondiale perchĂ© quel che piĂ¹ conta per fare da traino al movimento è il talento. Non tanto per riempire le palestre (nell’ultimo quadriennio è stato registrato il +33% dei tesserati FPI), quanto piuttosto per riavvicinare l’attenzione del pubblico di pugilato ai livelli dell’era Benvenuti, quando il paese si fermava per ascoltare via radio le imprese americane del leggendario pugile triestino. Per farlo serve un campione del mondo. E quindi un cambio di rotta rispetto ad un 2024 riassunto in modo eloquente dai numeri: la spedizione azzurra alle Olimpiadi di Parigi non è andata oltre i quarti di finale di Diego Lenzi, mentre nel settore professionistico gli italiani hanno chiuso senza campioni europei in carica. L’ultimo azzurro che deteneva una cintura continentale, il romano Mauro Forte nei pesi piuma, è stato sconfitto a Tirana, sul ring allestito nella Skanderbeg Square, dallo spagnolo Cristobal Llorente che poi ha completato l’opera difendendo la corona contro l’altro italiano Francesco Grandelli in un match senza storia che si è tenuto a Carbonia. Sulla carta, con questi presupposti, sognare una cintura mondiale delle quattro principali sigle ad otto anni dal trionfo di Giovanni De Carolis nei supermedi (WBO) appare difficile, ma le classifiche e i ranking internazionali raccontano un’altra storia.
Sono tre i pugili italiani che nel 2025 possono guadagnarsi la chance mondiale. Anzi, uno di loro in realtĂ se l’è giĂ guadagnata: si tratta di Etinosa Oliha, piemontese di origini nigeriane, 26 anni, 21 vittorie su 21 incontri. Lo scorso 14 settembre ha vinto l’eliminatoria IBF all’Agon Spirtpark di Charlottenburg, superando per ko tecnico al terzo round il tedesco Alex Pavlov e guadagnando così la possibilitĂ nell’anno nuovo di combattere per il Mondiale IBF dei medi. Il campione della sigla è il kazako Zhanibek Alimkhanuly, che detiene anche il titolo WBO, mentre il cubano Erislandy Lara detiene la WBA, con il dominicano Carlos Adames (WBC) a completare il quadro iridato al limite dei 72,57 kg. Etinosa è lì e ci crede. E ha buoni motivi per farlo vista la posizione numero 2 nel ranking IBF. Con il suo allenatore Davide Greguoldo ha percorso un cammino che lo ha portato fuori dall’Italia a conquistare il titolo IBO (lasciato vacante in precedenza da un certo Gennady Golovkin) e a vincere la cintura international IBF.
Gli altri due pugili azzurri che possono sognare una cintura mondiale sono Michael Magnesi e Guido Vianello. Entrambi laziali, occupano posizioni di prestigio nei ranking mondiali grazie a prestazioni che non sono sfuggite a nessuno. Magnesi è reduce dalla sconfitta contro Masanori Rikiishi: un ko tecnico maturato in modo rocambolesco nell’ultima ripresa con l’italiano in netta superioritĂ nei cartellini. Un eccesso di generositĂ e ingenuitĂ pagato carissimo, ma le seconde opportunitĂ non si negano a chi le merita. Nella prima metĂ del 2025 Magnesi sfiderĂ infatti il francese Khalil El Hadri per il titolo WBC Silver dei superpiuma. Vincere significherebbe scalare ulteriormente un ranking che vede il 30enne occupare la sesta posizione del ranking WBC. Il campione è O’Shaquie Foster che alla Convention della sigla ha dato vita ad un face off con Magnesi in vista di un possibile incontro mondiale nel futuro. Goliardia o profezia, saranno i prossimi mesi a dirlo.
PiĂ¹ complessa la situazione di Guido Vianello. Anche il romano, come Magnesi, nel 2024 ha incassato una sconfitta al termine di una grande prestazione. Con il titolo WBC Silver dei pesi massimi in palio, Vianello è stato sconfitto per split decision da Efe Ajagba, ma si è riscattato lo scorso agosto con la vittoria per ko tecnico sul quotato Arslanbek Makhmudov. Anche il suo ranking parla chiaro: 12esimo per l’IBF, 19esimo per la WBC. Nel 2025 sfiderĂ un pugile che lo precede in classifica con l’obiettivo di scalare altri piazzamenti e avvicinare l’obiettivo mondiale. La nota positiva è che Vianello è gestito dalla Top Rank, un’organizzazione che sa come portare un atleta verso la chance iridata. Quella negativa è che la categoria dei pesi massimi è una giungla sterminata di fuoriclasse. Oleksandr Usyk detiene le cinture WBC, WBA e WBO, difese pochi giorni fa contro Tyson Fury, mentre Daniel Dubois possiede la IBF dopo la vittoria su Anthony Joshua. Ma i nomi sono tanti. Dai volti nuovi come Agit Kabayel, Fabio Wardley e il campione europeo Labinot Xhoxhaj, fino ai nobili decaduti che non vogliono assolutamente farsi da parte come Anthony Joshua, Deontay Wilder, Zhilei Zhang (sì, proprio il cinese battuto da Cammarelle nella finale per l’oro a Pechino), Dillian White, Dereck Chisora e Joe Joyce. Un titolo mondiale nei pesi massimi all’Italia manca dal 1989, quando Francesco Damiani si laureĂ² campione WBO. E prima di lui solo Primo Carnera riuscì a salire sul tetto del mondo nella categoria regina. Riuscirci nel 2024 dopo 36 anni sarebbe davvero un’impresa alla Sinner.