
Boxe Parigi 2024 - Foto ANP REMKO DE WAAL /ANP/Sipa USA
Ha schivato le insidie e i pericoli come Muhammad Alì nel match di esibizione contro Michael Dokes. La boxe alla fine ce l’ha fatta all’ultimo round: sarà alle Olimpiadi di Los Angeles 2028 e lo farà con una federazione che gode del riconoscimento della famiglia olimpica. La notizia era nell’aria, ma è stata suggellata solo oggi dal CIO, durante la 144esima sessione in corso di svolgimento a Costa Navarino (Grecia), dove è passata la proposta del Comitato Esecutivo, per votazione unanime, di riammettere il pugilato nel programma a cinque cerchi. Mancava solo l’ufficialità, ma di fatto il mondo dei guantoni aveva iniziato a fare festa già dopo il riconoscimento, avvenuto lo scorso 26 febbraio, della nuova Federazione Internazionale di Pugilato, la World Boxing, che, ad oggi, è composta da 88 nazione appartenenti a 5 continenti.
Soddisfatto il Presidente FPI Flavio D’Ambrosi: “Ce l’abbiamo fatta, ormai è ufficiale: il pugilato è tornato nel posto dove meritava, è tornato a far parte integrante del circuito olimpico. Sono contento per gli atleti – continua il numero uno del Pugilato Italiano -, per tutti coloro che amano la nobile arte, che ha una tradizione millenaria, e sono contento per il movimento pugilistico italiano, perché nel momento giusto ha saputo fare la scelta più opportuna, ha saputo traghettarsi attraverso la Federazione Pugilistica Italiana, una Federazione che ha dimostrato di essere credibile e che, con tutti i requisiti richiesti dal CIO, ha riportato il nostro amato pugilato all’ interno di Los Angeles 2028. Questa è una vittoria importante che dedico a tutto il nostro movimento e, permettetemi, anche un po’ a me stesso perché in questi anni ho cercato di vincere tutte le possibili resistenze che si erano palesate. Alla fine, ci siamo riusciti e, con determinazione e tenacia, abbiamo ottenuto un risultato straordinario che proietta nuovamente nel futuro la nobile arte. Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto e che hanno collaborato con me e con la Federazione”.
Parole di felicità anche dal Presidente della World Boxing Boris Van der Vorst, a capo dell’ente che sarà responsabile dell’organizzazione del percorso di qualificazione e del Torneo di Pugilato LA28: “Oggi è una grande giorno per i pugili, per la boxe e per tutti coloro che sono legati al nostro sport, ad ogni livello in tutto il mondo. Questo risultato – continua Van der Vorst – è stato raggiunto grazie ad un grande lavoro di squadra da parte di un cospicuo numero di persone di ogni parte del mondo e non sarebbe stato possibile senza l’impegno di tutte le Federazioni Nazionali, dei pugili, dei tecnici, degli ufficiali di gara e dei dirigenti che hanno collaborato assieme affinché questo potesse accadere”.
Cos’è successo negli ultimi anni
La boxe rischiava di rimanere fuori dalle Olimpiadi statunitensi e per capire il motivo bisogna fare un passo indietro. Fondata nel 1947, l’IBA è stata la federazione pugilistica internazionale riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale fino al 2019, quando il CIO decise di sospendere il riconoscimento della federazione. Una storia lunghissima, che ha accompagnato le gesta dei più grandi pugili di tutti i tempi, ma che è finita bruscamente. “Come sempre con l’IBA, non è chiaro da dove provengano i soldi. Questa totale mancanza di trasparenza finanziaria è stata esattamente una delle ragioni per cui il CIO ha ritirato il suo riconoscimento dell’IBA. L’IBA non era disposta a spiegare in modo trasparente le fonti del suo finanziamento o a spiegare la sua piena dipendenza finanziaria, all’epoca, da una singola azienda statale, Gazprom”, scrisse il CIO in una nota del maggio 2024. Una frattura che ha spinto il Comitato di Bach ad organizzare con la ‘Paris 2024 Boxing Unit’ (PBU) i Giochi Olimpici di Parigi, ribadendo però la necessità di raggiungere un consenso ampio attorno ad una nuova federazione internazionale. Vale a dire la World Boxing, nata nell’aprile 2023 sotto la presidenza di Boris van der Vorst con l’obiettivo di prendere il timone del pugilato mondiale al fine di garantire alla nobile arte (provvisoriamente esclusa dalle Olimpiadi di Los Angeles) il ritorno nel programma a cinque cerchi. Il nuovo ente ha rapidamente ottenuto l’ok di diverse federazioni, tra cui quella italiana. Ma nel frattempo l’IBA ha contrattaccato: prima ha annunciato un ricchissimo montepremi per i medagliati di Parigi, poi ha cavalcato l’onda del caso Imane Khelif, pubblicando due test di genere in base ai quali alla pugile venne vietato di partecipare agli eventi eventi femminili dell’IBA. “Queste due atlete (Lin Yu-ting l’altra, ndr) sono state vittime di una decisione improvvisa e arbitraria da parte dell’IBA. Verso la fine dei Campionati mondiali IBA del 2023, sono state improvvisamente squalificate senza alcun giusto processo”, fu la replica del CIO chiamata ad inizio 2025 a sciogliere le riserve sulla World Boxing. Così è stato. La nuova federazione ha rispettato i criteri sportivi e di governance, ricevendo così il riconoscimento provvisorio. Un primo passo verso l’inclusione della boxe nel programma olimpico suggellata oggi in un giorno storico: l’elezione di Kirsty Coventry come nuova presidente del CIO. La prima donna alla guida del Comitato Olimpico Internazionale si occuperà anche della boxe olimpica.