La Corte Arbitrale dello Sport ha confermato la decisione del Cio di rimuovere l’International Boxing Association dalla famiglia olimpica. La corte afferma di aver respinto il ricorso dell’Iba, perché l’organizzazione non aveva rispettato le condizioni stabilite dal Cio per il riconoscimento. Il presidente dell’Iba si era precedentemente impegnato a ricorrere in appello alla Corte suprema svizzera se avesse perso il ricorso al Tas. L’anno scorso, l’Iba è stata disconosciuta dopo una lunga disputa alimentata dalla sfida ai consigli e alle istruzioni del Comitato Olimpico Internazionale, che aveva a lungo citato preoccupazioni sulla governance della boxe, sulla dipendenza dal denaro della società energetica statale russa Gazprom e sull’integrità degli incontri.
La boxe ha mantenuto il suo status di sport olimpico per i prossimi Giochi di Parigi, ma il Cio sta supervisionando i tornei di qualificazione e quelli per le medaglie senza il coinvolgimento dell’Iba, come già fatto a Tokyo 2020. Una commissione del Tas nominata per esaminare l’appello ha raccolto le testimonianze di entrambe le parti a novembre, e ha affermato che l’Iba non è riuscita a soddisfare i requisiti posti dal Cio per il riconoscimento. “L’Iba non ha aumentato la propria trasparenza e sostenibilità finanziaria, anche attraverso la diversificazione delle entrate – si legge nella dichiarazione del Tas -. Inoltre non ha modificato il suo processo relativo agli arbitri e ai giudici per garantirne l’integrità , compreso un periodo di monitoraggio per le competizioni dell’Iba prima dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Infine, l’Iba non è riuscita ad attuare misure di riforma della governance, incluso un cambiamento di cultura“. In conclusione dunque la dichiarazione afferma: “Di conseguenza, la giuria ha stabilito che questi tre elementi giustificavano la decisione del Cio di revocare il riconoscimento dell’Iba e ha sottolineato che il diritto del Cio di controllare le circostanze e le condizioni in cui conferisce il riconoscimento superava i diritti della personalità dell’Iba“.