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La capigliatura è già quella giusta. Non che ci voglia molto a tagliare a zero e lasciare una ciocca stretta centrale. Ma Oleksandr Usyk, stavolta, la sua Oseledec’, il taglio tipico dei cosacchi di Zaporižžja, l’ha voluta subito. Prove di battaglia, in vista del match dell’anno, la rivincita concessa da contratto ad Anthony Joshua dopo la sua vittoria dello scorso autunno al Tottenham Stadium. Davanti a quasi ottantamila persone, il pugile ucraino riuscì ad imporre il ritmo, rendendo inutile il vantaggio in allungo di un Joshua annullato per dodici riprese, fino alla seconda sconfitta in carriera. Ma non sarà solamente un ‘semplice’ incontro mondiale, inutile negarlo. A Marzo Usyk ha lasciato l’esercito ucraino, con il placet del Governo, per iniziare ad allenarsi. Poco più di quattro mesi per una preparazione in un anno difficile. Il 23 febbraio si trovava a Londra per discutere del rematch con Joshua, poi le prime bombe su Kiev, il piano per tornare ha compreso un viaggio a Bruxelles, da lì un treno per la Polonia e un trasferimento in macchina da amici e parenti. In totale, due giorni per tornare a casa e dieci ore di viaggio in macchina. Poi le armi e la divisa, fino all’autorizzazione per lasciare il paese e indossare i guantoni. Il training camp è iniziato in Repubblica Ceca, poi il passaggio a Dubai dov’è tutt’ora in vista del match di Jeddah. Gli sparring partners sono Martin Bakole (18-1, 13 KO) e Nursultan Amanzholov, (4-0, 3 KO), 29 anni, quest’ultimo con un allungo persino superiore a quello di AJ.
Di sparring partner ne ha otto Anthony Joshua, stando a quanto rivela The Express. Tra questi anche l’azzurro Aziz Abbes Mouhiidine, argento mondiale. Tutti rigorosamente mancini, come l’ucraino. Presente il 31enne australiano Demsey McKean, con un record di 21-0. Senza dimenticare l’irlandese Thomas Carty, che in passato si è allenato anche con Dillian White. Tanti volti nuovi in una preparazione completamente differente dal solito. Anthony Joshua, per battere Usyk, ha cambiato la propria guida tecnica, allontanando lo storico allenatore Rob McCracken e affidandosi a Robert Garcia. Un azzardo per qualcuno, sicuramente un all in. Joshua non può permettersi una terza sconfitta, dopo quella con Usyk e la prima con Andy Ruiz che torna a parlare: “Un giorno voglio una trilogia”. Segnale chiaro. Joshua non ha alternative: l’impresa contro Usyk o l’esclusione dai piani alti per un paio di anni. E dopo? Si sgomita per una sfida al vincitore. Shelly Finkel, co-manager di Deontay Wilder (che in questa settimana è tornato in palestra), indica The Bronze Bomber; Robert Helenius, dopo la vittoria su Adam Kownacki, chiede una chance. L’unico che infiammerebbe il pubblico di tutto il mondo, con un’unificazione delle cinture in palio, per ora non si fa sentire. Anzi, Tyson Fury sembra volersi godere questo ritiro ‘provvisorio’ dalle scene con un’esibizione a fine anno. Si parla di Hafthor ‘Thor’ Bjornsson, noto al grande pubblico televisivo per aver interpretato la ‘Montagna’ in ‘Game of Thrones’. Per avere un Re indiscusso, insomma, bisognerà aspettare.
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